di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
Angelo D’Orsi su Il Fatto quotidiano del 27 agosto 2023 rammenta quanto è successo nella guerra del Peloponneso tra le polis (città-Stato) di Atene (in declino) e Sparta (in ascesa) che durò 27 anni, dal 431 al 403 a.C. e cita un articolo di Graham Allison, professore di Harvard, sul Financial Times nel 2012, in cui usò l’espressione “trappola di Tucidide”, per indicare quando una potenza egemone vede sorgere uno Stato che può strappare questa leadership. In questo caso succede che la potenza egemone passa all’attacco prima che il rivale si affermi usando una raffinatezza tattica che consenta all’”aggressore” (la potenza in declino) di risultare “aggredito”.
La Russia ha vissuto un decennio terribile dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS (1991) con una gestione da parte di Boris Eltsin in cui il paese è stato preda di ogni sorta di trafficanti con privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge che hanno formato i famosi oligarchi. Il Pil in quel decennio è stato disastroso e c’è stato un impoverimento di massa mai conosciuto nell’URSS, in cui i poveri assoluti sono passati dall’1,5% al 40% della popolazione (fonte Banca Mondiale) e le disuguaglianze sono salite alle stelle (indice di Gini da 28,9 del 1991 a 40 nel 2000).
La concentrazione della ricchezza è stata dovuta al sistema predatorio in cui le élite politiche (cosiddette comuniste) si sono appropriate delle principali ricchezze pubbliche (petrolio incluso), insieme a banche e finanza estera che hanno acquistato a prezzi irrisori parte del patrimonio pubblico, acquistando le azioni di molte imprese, banche che erano state distribuite dal regime ai cittadini. Ciò produsse in quel decennio un forte deterioramento delle condizioni di vita, di salute, un aumento di suicidi, alcolismo, disoccupazione e della mortalità.
Non stupisce quindi che l’elezione di Putin nel 2000, avendo ricostruito nei successivi 20 anni il potenziale economico della Russia e il suo ruolo di potenza (seppure a prezzo della fine di ogni democrazia e di ogni oppositore), abbia riscosso un enorme consenso tra i russi che dopo l’invasione in Ucraina è salito all’85%.
La Russia di Putin aveva avviato un dialogo con la Germania (ma anche Italia), che avrebbe potuto creare un formidabile polo concorrente agli Stati Uniti e per questo è stato avversato in molti modi. Da qui la probabile scelta di mettere Putin con le spalle al muro in Ucraina.
Heinrich Joris von Lohausen, uno dei congiurati contro Hitler che sfuggì alle SS e potè testimoniare a Norimberga contro Goering, scrisse che bisogna sempre distinguere l’aggressore “operativo” da quello “strategico” che prepara le condizioni affinchè, come dicono Tucidide, von Lauhsen e Allison, la responsabilità cada sull’aggressore “operativo”.
Nel 2014 ci fu un cambio di governo in Ucraina (da filo Russia a filo Occidentale). C’è chi dice che quel cambio di governo fu organizzato dagli americani. Non lo sappiamo ma è certo che già nel 2015 furono siglati gli accordi di Minsk che prevedevano una sostanziale autonomia del Donbass. Negli anni successivi non solo non si diede attuazione a tali accordi ma crebbero le pressioni dell’Ucraina sulla popolazione del Donbass, con azioni terribili (non solo militari) come quella di proibire di parlare in russo anche in privato ad una popolazione che parlava russo da secoli. Cosa succederebbe se gli italiani proibissero nel Südtirol all’80% della popolazione di origine tedesca di parlare in tedesco?
Putin poteva rimanere inerte di fronte alla liquidazione dei cittadini russofoni “fratelli” del Donbass? Poteva rinunciare alla Crimea che è sempre stata russa e che offre alla Russia una posizione strategica nel mar Nero? Poteva accettare l’espansione della Nato ai suoi confini perdendo la neutralità dell’Ucraina, sempre promessa anche dalla Nato? Se fosse stato Gandhi o un pacifista si…ma non certo lo “zar” Putin.
La guerra del Peloponneso finì con la vittoria di Sparta, ma come dice il motto “Se Atene piange, Sparta non ride”, fu una sconfitta per tutto il mondo greco che perse la sua egemonia nel mediterraneo.
La storia non si ripete ma per tanti aspetti è la stessa cosa. Una guerra lunga è rovinosa per l’Ucraina in primis ma anche per la Russia e l’Europa. Può servire alla Cina e agli Stati Uniti ma non certo a Ucraina, Russia e Europa. Più prosegue, più questi Paesi diventeranno poveri, vulnerabili e dipendenti dai due veri contendenti mondiali: Ucraina ed Europa dagli Stati Uniti. La Russia dalla Cina.