di Luigi Viviani. Sguardi al futuro politico.
L’approssimarsi delle elezioni europee sta innescando nel governo una strana logica per cui non esiste più un vincolo di identità politica del centrodestra e ognuno può assumere le più diverse posizioni se poi, al momento del voto, si ricrea l’unità tra gli alleati.
Salvini, con la più grande spregiudicatezza, da un lato approva le elezioni russe che consacrano Putin con un finto plebiscito, dall’altro, considerando l’Unione europea un nemico corrotto, cerca di superare a destra la premier, convocando un incontro delle destre estreme europee con scarse adesioni.
Tajani afferma esattamente il contrario sulle elezioni russe prive di libertà e sollecita maggiore moderazione da parte degli alleati.
Meloni in Parlamento, illustrando la politica estera del governo, parla di pieno sostegno dell’Ucraina contro l’aggressione russa e definisce l’elezione di Putin una farsa.
Nonostante questo festival delle diverse posizioni su delicati problemi di politica estera, sulla quale l’unità è decisiva per la credibilità del governo, tutti i tre partiti di centrodestra ritengono che basti l’unità nel voto, mentre le diverse posizioni espresse sono considerate manifestazioni della campagna elettorale in corso, e come tali di scarso rilievo politico. Una posizione che riduce la politica alla semplice convenienza dell’esercizio del potere conquistato e mantenuto con il voto, mentre la diversità, anche estrema, delle posizioni politiche viene derubricata a elemento strumentale di secondaria importanza.
Siamo alla piena svalutazione della politica, ridotta a pura cattura del consenso come metro di misura della sua qualità. Fa perciò una penosa impressione constatare come Foti, capogruppo alla Camera di FdI, antico militante della Fiamma ed estremista della disciplina di partito, cerchi di giustificare tale caos di posizioni governative con la motivazione che non si si può ridurre la maggioranza a una caserma.
Nella realtà, tale marasma rende il governo Meloni privo di credibilità all’estero, ed è ovvio che, ad esempio, l’asse franco-tedesco, per contribuire alla definizione della linea europea, preferisca il nuovo premier polacco Tusk alla poco affidabile Italia. Ma a fronte del lassismo giustificazionista con cui questa destra giudica le proprie scelte, appena esse diventano oggetto di giudizio esterno, anche da parte di altri organi dello Stato, il governo reagisce con aggressività e settarismo per difendere i propri interessi elettorali.
E’ bastato che la Corte dei Conti criticasse il Pnrr rivisitato perché prevede una diminuzione degli investimenti nella sanità perché si proponga la riforma di tale essenziale istituzione di garanzia.
Improvvisa, senza alcuna valutazione preventiva, è arrivata l’apertura di un'inchiesta da parte del ministro dell’Interno Piantedosi relativa al Comune di Bari per presunta infiltrazione mafiosa, che potrebbe determinare il commissariamento dello stesso Comune, ora in fase elettorale. Va precisato che tale iniziativa è conseguente a una sollecitazione di parlamentari e due sottosegretari del centrodestra, evidentemente finalizzata a influenzare il voto, in un Comune dove le infiltrazioni mafiose in diversi ambiti della società locale esistono da tempo e l’amministrazione comunale è stata sempre all’avanguardia nel combatterle, tanto che la magistratura locale ha sempre apprezzato tale impegno e lo stesso sindaco di trova sotto scorta per ragioni di sicurezza.
In Lombardia, in una scuola di Pioltello che, a causa di una forte presenza di studenti stranieri e di religione islamica, aveva deciso di sospendere le lezioni in una classe nel giorno della fine del Ramadan, su intervento del governo il preside è stato invitato a sospendere tale decisione.
La regione Friuli, con una specifica legge. ha abolito il ballottaggio nelle elezioni dei Comuni con più di 15 mila abitanti, per cui il sindaco viene eletto quando. al primo turno, raggiunge il 40% dei voti. Mentre nella maggioranza c’è chi propone di realizzare l’elezione diretta della stessa Corte costituzionale, e il ministro Nordio sta predisponendo il Dda costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, prosegue l’iter parlamentare della legge sull’autonomia regionale differenziata.
Inoltre, per la stessa riforma costituzionale del premierato che, come è noto, è destinata a sconvolgere l’intero equilibrio dei poteri istituzionali, è prevista una accelerazione subito dopo il voto europeo. Questa è l’aria sovranista nella quale è costretta a respirare la nostra democrazia.
La nostra Repubblica, per una serie di spinte e di decisioni convergenti, sta procedendo in direzione di una progressiva trasformazione della propria democrazia verso una democratura illiberale. Il pericolo che corre il nostro sistema politico è accorgersi troppo tardi per agire con la tempestività e la profondità necessarie.