di Stefano Arduini. Pubblicato in VITA Weekly, Newsletter di Vita.it del 14 marzo 2024.
Quali sono le motivazioni che producono questo disamoramento? E ancora: come farvi fronte affinché non “salti” la catena del valore della cura nei territori e nelle comunità? Come i lettori sapranno, sono domande cruciali e all’ordine del giorno, nel momento in cui cresce fortemente la necessità di professionisti in ambito educativo, socio-sanitario e assistenziale (educatori professionali, assistenti sociali, infermieri, Asa, Oss) a cui il privato sociale — ma non solo, il fenomeno con intensità differenti riguarda anche il settore pubblico e quello privato for profit — fatica a rispondere.
Domande che per la prima volta vengono rivolte ai diretti interessati: una platea di oltre mille under 35 impiegati in due consorzi di cooperative sociali: Consolida di Leccoo e Sol.Co di Sondrio. «Il dato da cui partire, riferito al 2022», esordisce la ricercatrice di Euricse Sara Depedri, «è quello del turnover in uscita che si attesta al 28,3% nel complesso e sale ai 35,8% per gli under 35, dato che per tre cooperative supera addirittura il 50%». Il resto lo potete leggere qui.
Intanto a Roma le rappresentanze datoriali e dei lavoratori della cooperazione sociale hanno presentato l’Osservatorio Paritetico Nazionale e una rete di Osservatori sugli appalti pubblici ed accreditamenti legati al welfare. «Nei bandi pubblici», spiegano i promotori in una nota, «spesso si sceglie la strada del risparmio dei costi e non si adeguano tariffe e capitolati di gara al rinnovo dei Ccnl nazionali. Ciò, a cascata, impatta sulla qualità dei servizi e sulle motivazioni delle lavoratrici e dei lavoratori». Maggiori dettagli li trovate qui.