di Antonio Di Noto. Pubblicato in Open del 25 marzo 2024.
Il numero di abitanti di mezza età si riduce, mentre aumenta quello dei giovani e degli anziani. È questo il trend demografico in atto in molte città occidentali, comprese Milano, Londra e Parigi. Una polarizzazione della curva degli abitanti che deve necessariamente essere tenuta in considerazione dagli amministratori di centri urbani che accolgono nuovi abitanti pieni di energie, ma non possono dimenticarsi dei vecchi abitanti, che di energie ne hanno, a patto di saperle stimolare.
A presentare la sfida dal palco del Teatro Franco Parenti è l’Assessore alla Case e al Piano Quartieri del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, in apertura della giornata del 25 marzo dell’evento Milan Longevity Summit, promossa dalla fondazione SoLongevity. Il summit ha avuto inizio il 14 marzo e si concluderà il 27 marzo all’Università Statale.
Comportamenti per invecchiare bene
Si potrebbe pensare che una città della longevità sia adatta agli anziani, e che di conseguenza non vada bene per i giovani. In realtà – spiegano gli esperti sul palco – le cose non stanno così. Come fa notare Nicola Palmarini, direttore del Nica, in una società occidentale in cui l’invecchiamento della popolazione si pone come una delle maggiori sfide per i prossimi decenni, è importante che questa longevità sia accompagnata da una buona salute fisica e mentale. Invecchiare bene è in primis una questione di comportamenti – dato che da essi derivano la maggior parte delle cause di morte nei Paesi occidentali – e quindi di istruzione, che deve iniziare fin dalla giovane età.
L’alimentazione
Il punto di partenza è l’abitudine a una vita sana e attiva sia mentalmente che fisicamente che le amministrazioni devono favorire con misure apposite. Queste possono essere grandi o piccole, messe in atto da pubblici o privati. Un regolamento che favorisca questa partica potrebbe portare le persone che ordinano spesso a domicilio ad avere un’alimentazione più sana. Le conseguenze di un’alimentazione scorretta possono non manifestarsi in giovane età, ma spesso diventano evidenti man mano che l’età avanza.
«Una città per anziani è una città per tutti»
«Nessuna questione è relativa solo alla terza età», commenta a riguardo l’architetto Stefano Boeri. Semplicemente, continua il progettista del Bosco Verticale, «nella terza età si manifestano in maniera più evidente disagi vissuti da tutti. Aumentare la copertura arborea e e piantumazioni delle città consente di assorbire sostanze inquinanti che avvelenano l’aria. Ma anche di ridurre i picchi di temperatura e di trattenere l’acqua che altrimenti rischia di allagare le strade. Ed è possibile ottenere risultati migliori scegliendo le giuste specie.
Affrontare l’epidemia di solitudine: l’esempio di Barcellona
Le grandi aree urbane concentrano tantissime persone in uno spazio ridotto. Eppure, un numero sempre maggiore di persone soffre di solitudine, soprattutto giovani e anziani. Nella capitale della Catalogna, sono stati creati dei superisolati, che comprendono nove isolati ciascuno. La circolazione dei veicoli a motore dei non residenti viene consentita solo all’esterno dei superisolati, permettendo di dedicare le vie interne ad attività di vicinato.
Strade per tutti
A Parigi si sta tentando di ricreare un senso di comunità seguendo i princìpi della città dei 15 minuti. E anche in Italia alcune realtà stanno provando a implementare interventi simili, come Milano con la riqualificazione di Viale Argonne. Creare un senso di comunità permette anche a chi non è più produttivo lavorativamente di non sentirsi escluso dalla società.
Una città della longevità non lascia indietro nessuno
Il comune di Bergamo – la prima città italiana aderente al progetto City of Longevity, seguita da Cremona – ha messo in atto alcune iniziative specifiche per gli anziani. Tra queste, un programma tramite il quale gli anziani soli ricevono una chiamata da un operatore telefonico ogni giorno. L’obiettivo? Semplicemente chiacchierare, sapere come stanno, e fare sì che nessuno si senta escluso e mortificato da una società che guarda in avanti spesso senza girarsi a guardare chi rimane indietro.
sintesi di Alessandro Bruni
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