di Linda Martorella e Pasqua Putignano. Pubblicato in Sanità internazionale del 22 aprile 2024.
È internazionalmente riconosciuto che l’uguaglianza di genere e l’empowerment di donne, ragazze e bambine sono una precondizione essenziale per l’eradicazione della povertà e per la costruzione di una società globale basata sullo sviluppo sostenibile, la giustizia sociale e i diritti umani. Questo significa che le discriminazioni legate al genere, che persistono in tutto il mondo, anche se in forme e dimensioni diverse, devono essere percepite non solo come ostacolo al godimento dei diritti umani ma come fattore chiave da superare ed eliminare affinché si possa raggiungere il progresso economico e sociale. Dalla sua fondazione l’Unione Europea (UE) si è impegnata a favore della parità di genere, dell’empowerment e dei diritti di donne, ragazze e bambine (GEWE).
L’ultimo Piano d’azione sulla parità di genere (Gender Action Plan 2021-2025 – GAP III), rappresenta il quadro di riferimento della politica dell’Unione Europea sul tema. È un piano ambizioso per promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, sia a livello nazionale che europeo, che mira a consentire alle donne e alle ragazze di partecipare e guidare equamente la vita sociale, economica e politica e di avere voce in capitolo nelle decisioni che le coinvolgono. La promozione della parità di genere è fondamentale per una società equa e inclusiva.
È auspicabile la creazione di un cambiamento a lungo termine attraverso azioni concrete che cambino le mentalità e affrontino le norme sociali e gli stereotipi dannosi alla radice dell’uguaglianza di genere. La maggiore consapevolezza nelle scelte che donne e uomini sono chiamati a compiere nel corso della vita va perseguita attraverso un impegno strutturato e pervasivo delle istituzioni competenti nel sostenere azioni mirate ad abbattere gli stereotipi di genere nella prima infanzia quando la personalità e la percezione dei ruoli sono ancora in formazione e possono essere orientati.
L’Europa è la regione geografica con la più alta parità di genere, pari al 76,3%. Si prevede che raggiungerà la parità di genere in 67 anni mentre per l’Italia, che nell’ultimo anno è scesa dal 63esimo al 79esimo posto, i tempi saranno ancora più lunghi. Se analizziamo i quattro sottoindici, il divario di genere in materia di Salute e Sopravvivenza si è ridotto del 96%, il divario nel Livello di istruzione del 95,2%, strettamente connesso con il tasso di alfabetizzazione, il divario di Partecipazione e Opportunità economiche del 60,1% e il divario di Emancipazione politica solamente del 22,1%.
Al ritmo attuale dei progressi avvenuti nel periodo 2006 – 2023, ci vorranno 162 anni per colmare il divario di genere sull’emancipazione politica, 169 anni per il divario di genere sulla partecipazione e le opportunità economiche e 16 anni per il divario di genere sul livello di istruzione.
Uno sguardo più attento rivela che, in generale, per quanto riguarda il sottoindice Partecipazione e Opportunità economiche, un’importante fonte di disuguaglianza di genere deriva dalla sottorappresentanza complessiva delle donne nel mercato del lavoro. L’integrazione delle donne nel mercato del lavoro va ben oltre le considerazioni di equità e giustizia: esiste un legame forte e innegabile tra la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e lo sviluppo economico.
La partecipazione delle donne nel mercato del lavoro è diminuita a livello globale negli ultimi anni. Nelle occupazioni scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) che rappresentano un insieme importante di lavori ben remunerati e destinati ad aumentare in importanza e portata, le donne rimangono significativamente sottorappresentate. La parità di genere in diminuzione, tendenza sostenuta anche dalla crisi post-pandemia, implica un’interruzione su larga scala delle opportunità economiche per le donne in tutto il mondo nella partecipazione al mercato del lavoro, nelle competenze, nell’accumulo di ricchezza e nel benessere generale. La ripresa è stata lenta e, finora, incompleta, e il contesto attuale, unito ai cambiamenti tecnologici e climatici, rischia di causare un’ulteriore regressione nell’emancipazione economica delle donne. Non solo milioni di donne e ragazze stanno perdendo accesso e opportunità̀ economiche ma si rischiano conseguenze di vasta portata per l’economia globale.
sintesi di Alessandro Bruni
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