di Anna Molinari. Pubblicato in Unimondo del 20 aprile 2024.
Lo studio, uscito a gennaio di quest’anno, parte da un assunto: le persone con un assetto mentale materialistico desiderano sempre di più e, soprattutto, più degli altri. Vestiti, macchine, viaggi, follower. I social media garantiscono opportunità ideali di comparazione con gli altri, che rendono questa tipologia di persone suscettibili alle dipendenze o allo sviluppo di tratti caratteriali passivo-aggressivi. Di fatto, stare sui social stressa queste persone in modo esagerato, provocando bassi livelli di soddisfazione rispetto alla propria vita. Una spirale che si muove verso il basso e che trasforma i bisogni materialistici in vite infelici.
Il team di ricerca ha coinvolto nel sondaggio 1.230 partecipanti che dovevano usare almeno un canale social almeno una volta in settimana. In media, i partecipanti hanno affermato di trascorrere sui social poco più di due ore al giorno. Con la somministrazione di 6 diversi questionari, gli studiosi hanno determinato il limite oltre il quale i partecipanti dimostravano attitudini materialistiche e la tendenza a confrontare le proprie vite e abitudini con quelle degli altri, sia che usassero i social in modo passivo che in maniera più attiva, sia che ne fossero pesantemente dipendenti. Ebbene, quando si sono dimostrati stressati e quanta soddisfazione hanno invece espresso per le proprie vite?
Abitudini che sono direttamente connesse a un peggioramento della salute mentale, a partire da alti livelli di stress per arrivare a un grado di soddisfazione per la propria vita molto basso e a una grande infelicità. Senza contare che, come rileva la ricerca, i rischi molto concreti dei social sono da un lato quello di estremizzare ancor di più un assetto mentale materialistico, per esempio attraverso il marketing legato agli influencer, e dall’altro quello di crearlo e rinforzarlo attraverso la possibilità a portata di mano di soddisfare bisogni materiali di ogni tipo.
Gli psicologi che hanno condotto lo studio raccomandano ancora una volta l’importanza di ridurre il tempo trascorso online, o di eliminare del tutto i social. Prendersi un tempo di solitudine e di respiro per stare in compagnia di se stessi, sia esso un tempo di godimento e riposo o di doloroso lavoro per superare pesanti traumi relazionali, appare ancora, purtroppo, come una soluzione anacronistica e demodée. Stare sui social vuol dire non essere soli, essere circondati di amici. Ma è davvero così? In ogni caso bisogna fare, dimostrare, possedere, far vedere, far sapere. E tutto ciò ci affatica enormemente, quando già soltanto e semplicemente essere potrebbe essere abbastanza faticoso. Ed estremamente gratificante.
sintesi di Alessandro Bruni
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