di Giovanni Caprio. Pubblicato in Pressenza del 24 maggio 2024.
Al 2021 la stima degli anziani non autosufficienti era pari a 3.959.395 individui e tra il 2020 e il 2021 la popolazione over65 non autosufficiente è cresciuta dello 0,6%. Di converso, continua la diminuzione di offerta di posti in servizi semiresidenziali socio-sanitari, che dopo il -4% tra 2019 e 2020 segna un ulteriore -12% tra 2020 e 2021, mentre le ore di assistenza domiciliare integrata (ADI) erogate sono aumentate del 6,5%.
Per quanto concerne la rete sociale, non sono disponibili dati sulla rete di offerta nazionale, salvo per il dato sui posti letto in strutture residenziali proposto da Istat che non è stata aggiornato. Ad ogni modo, nel 2020 questi sono stati 11.171, in calo del 33% rispetto alla rilevazione relativa al 2018. Anche in questo caso, l’assenza di dati interpretativi limita la capacità di analizzare puntualmente le ragioni di questo andamento.
Il tasso di copertura del bisogno garantito dalla rete socio-sanitaria pubblica è complessivamente molto contenuto e i servizi semiresidenziali raggiungono una quota prossima allo zero del fabbisogno, rimanendo di gran lunga il setting meno diffuso della rete, mentre la residenzialità raggiunge il 7,2% del bisogno sugli over65 non autosufficienti. La copertura del bisogno sale invece al 9,6% se l’utenza in carico viene messa in relazione con la fascia di popolazione più in target per il servizio, gli over75 non autosufficienti. E anche per quanto riguarda le RSA nelle diverse regioni italiane si registra un’ampia variabilità che segue la geografia del Paese: nelle regioni del Nord i tassi di copertura sono superiori al 10%, nel Centro-Sud sono compresi tra l’1 e il 5% (con l’eccezione delle Marche, che raggiungono il 19% degli over75 non autosufficienti), percentuali estremamente contenute.
Complessivamente, la fotografia del settore al 2022 ci restituisce un’immagine in cui il bisogno di servizi per la non autosufficienza aumenta inesorabilmente, mentre il welfare pubblico ne raggiunge una quota minoritaria e prevalentemente con un servizio, ADI, la cui capacità effettiva di presa in carico rimane controversa. I gestori, dal proprio canto, mantengono un posizionamento saldamente ancorato al mercato accreditato con un’apertura limitata a servizi diversi dalla residenzialità, rimanendo quindi lontani dalla potenziale platea di bisogno presente nel nostro Paese. In questo quadro, l’offerta più capillare per accompagnare l’invecchiamento rimane il badantato, pur con tutti i limiti e le implicazioni (sociali e di cura) che questo comporta.
sintesi di Alessandro Bruni
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