di Sara De Carli. Pubblicato in Vita del 10 maggio 2024.
“Giorgetti, zero tasse per chi fa due figli”: un anno fa il Sole 24 Ore titolava così. Oggi invece il ministro Giancarlo Giorgetti non si è presentato agli Stati generali della natalità, dove avrebbe dovuto essere intervistato da giovani studenti sul tema Natalità e (è) prodotto interno lordo. Quanto sarebbe stata centrata e centrale la presenza del ministro dell’Economia a un evento che parla di figli, è superfluo dirlo.
Meglio un ministro all’Economia che abbia anche una delega e un mandato forte sulle politiche familiari che un ministro alla Famiglia debole e incapace di incidere. Pil e natalità sono collegati, welfare e natalità sono collegati, sistema pensionistico e natalità sono collegati». Gli effetti li cominciamo a vedere e – come ripete De Palo – quando di un terremoto ci accorgiamo perché vediamo le crepe… è già troppo tardi.
Oggi viene fuori che le riforme previste dal Family Act non si faranno più: le deleghe stanno per scadere e la ministra Roccella non ne chiederà la proroga. «In molti punti — ha detto la ministra a Repubblica — la legge delega è superata dai fatti, perché noi stiamo attuando il nostro piano per le famiglie».
Il Governo conferma l’assegno unico, di cui ha aumentato l’importo per diverse casistiche, e lascia cadere il resto del “pacchetto” che pure venne approvato all’unanimità e di cui ancora ieri agli Stati generali della natalità sia la viceministra Maria Teresa Bellucci sia la senatrice Elena Bonetti hanno ricordato la positività del lavoro fatto insieme. «Io ero membro dell’opposizione e ho fatto votare il mio gruppo a favore, perché le cose giuste vanno difese con forza, neanche astenendosi.
Il solco è giusto, lo stiamo rafforzando, abbiamo aumentato le risorse del 50% per alcune situazioni, per esempio la stabilizzazione strutturale dell’aumento per famiglie con figli con disabilità», ha detto la viceministra Bellucci. «Un Parlamento intero, lo ha ricordato la viceministra Bellucci, ha scritto la riforma del Family Act, con alcuni emendamenti presentati dalla stessa viceministra, che all’epoca era all’opposizione, che sono oggi parte integrante della riforma», ha risposto Bonetti.
Qual è però il problema? Da un lato quello che De Palo non si stanca di ripetere: il tempo si è fatto breve, brevissimo ed esige un’azione decisa, non dei palliativi. Il secondo è quello che oggi è il maggior cruccio degli esperti di valutazione delle politiche pubbliche e cioè il fatto che molte politiche pubbliche hanno il problema della irrilevanza rispetto al target, con politiche che spesso nonostante l’intenzione e le risorse stanziate non raggiungono l’obiettivo.
sintesi di Alessandro Bruni
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