di Luigi Viviani. Sguardi al futuro politico.
A parte gli effetti della riforma costituzionale del Premierato che, se approvata nel testo presentato in Parlamento dal governo, con l’elezione diretta del premier determinerà una profonda rottura degli equilibri istituzionali della nostra Costituzione democratica, il problema attuale riguarda l’articolo 54- secondo comma delle medesima Carta, che recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Non si tratta di una generica sollecitazione ma di un preciso dovere connesso alla specifica funzione esercitata, che distingue nettamente la responsabilità etica e politica degli uomini delle istituzioni da quella dei normali cittadini.
Alla luce di tale realtà il comportamento del governo Meloni, fin dal suo inizio, ha sempre colpevolmente evitato di trarre ovvie conseguenze di fronte a comportamenti, lesivi di tale dovere, da parte di diversi componenti del governo. Nello scorso anno, il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro ha consegnato documenti riservati, relativi al caso Cospito, al collega di partito Donzelli. il quale li ha divulgati, utilizzandoli nella polemica politica. Per questo è stato inviato a giudizio. Nell’ultima notte di Capodanno, lo stesso sottosegretario Delmastro ha organizzato una festa durante la quale il senatore FdI Emanuele Pozzolo, portando illecitamente una pistola, dalla quale è partito un colpo che ha ferito un commensale.- Sul reale svolgimento dei fatti, in seguito a diverse versioni dell’accaduto, la procura ha aperto un’inchiesta e, dopo oltre quattro mesi di indagini e interrogatori, tutto risulta il alto mare, al punto che il capo scorta di Delmastro, ultimamente indicato da Pozzolo come autore dello sparo, minaccia una denuncia nei confronti del senatore. L’assurdità della situazione è che, per mesi, un membro del governo e un senatore della Repubblica, che naturalmente dovrebbero collaborare con la magistratura, per rendere esplicita la verità, hanno operato, nei fatti, per renderla più oscura e indeterminata, con possibili conseguenze giudiziarie.
Nello stesso tempo, l’attività imprenditoriale del ministro del turismo Daniela Santanchè è stata sottoposta a più inchieste giudiziarie relative a una pluralità di reati che le vengono addebitati (falso in bilancio, truffa a danni dello Stato). In particolare, risulta grave l’accusa di aver truffato l’Inps per aver fatto lavorare alcuni suoi dipendenti, formalmente posti in cassa integrazione guadagni, ricevendo gli aiuti dallo Stato.
Nel febbraio scorso, il sottosegretario al ministero della cultura Vittorio Sgarbi, già indagato per un quadro risultato rubato, in seguito ad un pronunciamento dell’Antitrust circa il suo comportamento irregolare per aver ricevuto compensi professionali nello stesso ambito del suo incarico di governo, si è dimesso. Data la sua situazione insostenibile la scelta ha trovato immediato consenso sia della premier Meloni che di FdI. Senonché, successivamente, lo stesso Sgarbi è stato candidato alle elezioni europee nella lista di Fratelli d’Italia. Francamente è difficile non vedere un collegamento tra i due fatti.
Infine, pochi giorni fa, in seguito alla scoperta di una pluralità di atti corruttivi, connessi al rapporto tra politica e affari, il governatore delle Liguria Giovanni Toti, è stato posto agli arresti domiciliari. Il governatore, dopo non aver risposto ai magistrati, ha richiesto un nuovo interrogatorio, mentre si profilano le sue dimissioni, da più parto richieste per i reati dei quali è accusato, e anche perché, dai domiciliari, si trova nell’impossibilità di esercitare il governo della Regione.
Di fronte a questi ripetuti comportamenti, da parte di componenti del governo, incompatibili con la Costituzione, Meloni ha sempre rifiutato qualsiasi critica e intervento disciplinare, trincerandosi dietro la motivazione, falsamente garantista, di considerare tutti innocenti fino alla sentenza della magistratura. In tal modo la premier e il governo, fidando sull’oblio per il decorso del tempo, stanno cercando di oscurare ogni specifica responsabilità derivante dall’esercizio di rilevanti funzioni pubbliche frutto anche di una elezione democratica. Una scelta antipolitica, di pura difesa della propria sopravvivenza, profondamente diseducativa nei confronti dei cittadini. Un governo che si comporta in questo modo, che cerca di stare a galla fuggendo dalle proprie responsabilità e cerando ogni appiglio (propaganda, nomine, legislazione di comodo), per tirare avanti, non sarà mai un governo stabile, perché fondato sulla cattura strumentale del consenso., non rispettosa delle regole e della responsabilità.