di Sara De Carli. Pubblicato in Vita del 3 maggio 2024.
Il 1° maggio sono entrate in vigore le nuove Linee guida per la formazione delle coppie che aspirano all’adozione internazionale, dopo il conferimento del mandato all’ente autorizzato. Il documento è stato realizzato da un gruppo di lavoro formato da esperti del settore e rappresentanti degli enti autorizzati (scaricale qui) e punta a superare la disomogeneità ad oggi esistente nei percorsi formativi che gli enti mettono in campo. Quella della formazione d’altronde è una partita cruciale se – come dice il vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali Vincenzo Starita – l’adozione internazionale è già cambiata e occorre prenderne atto, senza restare ancorati a un’immagine dell’adozione che non corrisponde più alla realtà.
Cosa cambia per le coppie
Che novità ci sono, in termini di miglioramento per le coppie? «Senza dubbio vediamo come un traguardo raggiunto l’omogeneità formativa: tutti gli enti – che prima facevano formazione con impostazioni differenti, che variavano a seconda della storia e delle peculiari sensibilità di ciascuno – ora devono attenersi a indicazioni precise rispetto per esempio al numero di ore di formazione da erogare, agli argomenti da trattare e alle professionalità da mettere in campo.
In particolare, Colonna auspica che la nuova formazione possa “fare la differenza” nelle situazioni legate al mondo “scuola” – dato che sul punto, per quanto ci siano delle ottime (e aggiornate) linee guida, le scuole sono spesso impreparate ad accogliere un alunno con background adottivo – e in quelle complesse legate alla multiculturalità.
Che cosa non è (più) l’adozione internazionale
Le linee guida sono molto molto chiare nel ribadire che «l’adozione internazionale è un intervento sussidiario di tutela dei minori in stato di abbandono che non trovano accoglienza nel proprio Paese. A tal riguardo, il superiore interesse del minore diviene indicatore nazionale e sovranazionale del bene giuridico, da promuovere con enfatica priorità rispetto agli altri interessi coinvolti». E ancora: «Se questo è il punto di partenza, ne discende che i diritti e gli interessi degli adulti cedano dinnanzi ai diritti e all’interesse del fanciullo, assumendo una portata funzionale alla protezione del minore».
Un passaggio delle Linee guida esplicitamente afferma che «la genitorialità adottiva non può essere un percorso riparativo rispetto alla frustrazione che scaturisce dalla mancata genitorialità biologica; gli aspiranti all’adozione devono presentarsi all’incontro con il bambino dopo aver adeguatamente elaborato le fatiche, il dolore, il peso che l’impossibilità di realizzare il proprio progetto di vita familiare e di coppia ha portato con sé, per costruire uno spazio adeguato ed accogliente per il bambino che arriverà».
Che cosa è l’adozione internazionale
«L’adozione internazionale è un atto di amore che vuole assicurare una famiglia a un bambino, non un bambino ad una famiglia», si legge nelle nuove Linee guida. «Un minore dichiarato in stato di abbandono e una coppia valutata idonea all’adozione, letteralmente, costituiscono due mondi che entrano in rapporto tra di loro.
sintesi di Alessandro Bruni
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