di Riccardo Bonacina. Pubblicato in La Puntina, il blog dell'autore, in Vita.it del 29 giugno 2024.
Nelle pieghe dell'informazione il racconto della cronaca politica e sociale senza riverenze e senza smussare gli angoli. Una narrazione abrasiva per stare svegli senza accomodarsi nelle zone di comfort. Sopra o sotto le righe purché non si facciano i conti con la realtà. La realtà, il dato di fatto, il bisogno, diventano un puro spunto per dispiegare retoriche opposte, così opposte che necessitano l’una dell’altra.
Sopra le righe: la politica. Giorgia Meloni ed Elly Schlein
Giorgia Meloni ed Elly Schlein si tengono, si giustificano a vicenda nel gioco di una polarizzazione del tutto sopra le righe. La Meloni primeggia nella cosa che le riesce meglio, inventarsi un nemico ad ogni curva e fare la vittima, la Schlein in quel suo “stiamo arrivando” e nell’euforia esagerata dopo aver conquistato qualche municipio nella fuga degli elettori espressa con un linguaggio assemblearista.
«La logica del consenso, definita dalle scelte degli elettori, viene scavalcata da quella dei caminetti, dove tre partiti che si considerano maggioranza si dividono gli incarichi». Una «logica oligarchica» che determina «una conventio ad excludendum, che non intendo avallare e contesto, per cercare di mettere all’angolo alcuni Paesi, solo perché non si condivide il suo tipo di governo». Così la Meloni mercoledì alle Camere, quando si è scagliata contro l’accordo Popolari-socialisti-liberali che ha già identificato le quattro figure di vertice della Ue dei prossimi cinque anni. Giocando sull’ambiguità dell’Italia discriminata, puntando sull’orgoglio nazionale, ha accusato la sinistra italiana di indurre i socialisti europei a tenerci fuori dai giochi. Dimenticandosi che le elezioni europee le hanno vinte i Popolari e che Popolari, socialisti e liberali hanno insieme 22 leader su 27, pari all’80% della popolazione europea. Altro che oligarchi.
Elly Schlein le fa comunque il paio dicendo in Parlamento: «Le ho sentito dire che non vuole inciuci con la sinistra. Non si preoccupi, ci opponiamo a qualsiasi alleanza con voi e con i vostri alleati». Ma Schlein non ha spiegato né giustificato l’appoggio dei socialisti europei alla Von der Leyen, né è entrata nel merito delle politiche che la Ue porterà avanti. Meloni e Schlein, Schlein e Meloni, questa è la direzione binaria della politica italiana nei prossimi anni.
Sotto le righe: la politica. L'astensionismo
Ancora in calo la partecipazione alle tornate elettorali, i ballottaggi hanno visto un forte calo nell’affluenza: ha votato il 47,71% degli aventi diritto rispetto al 62,83% del primo turno. Il segnale è pessimo e le forze politiche si guardano bene dall’affrontarlo. La scarsa partecipazione è un problema per la salute della democrazia. In che modo e perché? E soprattutto come si ricuce lo strappo nella rappresentanza politica? Val la pena leggere il commento di Stefano Zamagni (qui l’integrale) che dice: «L’astensionismo ha raggiunto livelli preoccupanti per la tenuta del sistema democratico. Se per democrazia intendiamo potere al popolo e se il 50% del popolo non va a votare viene meno la nozione stessa di democrazia». Al punto che anche «gli eletti non potrebbero, come pure sta avvenendo, arrogarsi il diritto di rappresentare l’intera cittadinanza». Un intervento che chiama in causa anche la responsabilità del Terzo settore nel riattivare processi di partecipazione e di responsabilità verso il bene comune.