di Sabina Pignataro. Pubblicato in Vita del 8 maggio 2024.
«Se educare non significa svolgere programmi, applicare protocolli, ripetere copioni, standardizzare procedure, allora la creatività deve essere una dimensione e una risorsa del lavoro educativo e della professionalità pedagogica». Da questa premessa è nato il libro “Verso una nuova creatività pedagogica”, a cura di Dafne Guida, presidente e direttore generale della cooperativa Stripes e di alcuni professionisti dal 2019 insistono sulla necessità di lavorare in ambito educativo con creatività e pensiero divergente. Nello specifico gli autori coinvolti nel testo hanno in comune il desiderio di interrogarsi sulla eziologia e la fenomenologia della “creatività pedagogica” teorizzata dallo storico pedagogista milanese Riccardo Massa e a più riprese definita come un dispositivo clinico per lavorare in educazione.
L’evento alla base del testo: «Abbiamo voluto mettere in fila un discorso che mette al centro la creatività pedagogica, la esplora e la risignifica, la considera un fulcro essenziale del lavoro educativo e una categoria necessaria per ripensare le professioni pedagogiche», spiega la curatrice.
Dottoressa Guida, l’idea di creatività rischia ancora oggi di conservare, nell’immagine diffusa, tratti di dote speciale, dono appartenente a pochi, prerogativa innata e non acquisibile, vicina all’idea di estro artistico. E invece cos’è?
Ci sentiamo creativi quando osiamo: quando il nostro punto di vista e la nostra prospettiva introducono un cambiamento. Anche inconsapevolmente, ogni giorno compiamo atti creativi, rischiando azioni e parole guidati dal nostro sguardo. Pensiamo a quanto accade non solo con i figli o gli alunni, ma in ogni relazione: possiamo pianificare, ma imprevisti interni ed esterni ci costringono ad adattarci. Per vivere, in sintesi, è necessario essere creativi. Significa mettersi in gioco, osare. Un capitolo a parte merita l’imprevisto pedagogico: l’imprevisto, lungi dall’essere un ostacolo, può rappresentare un’occasione preziosa per promuovere la creatività, il pensiero critico e la capacità di problem solving degli allievi, nonché per rafforzare la relazione tra formatori e formandi.
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