di Lidia Baratta. Pubblicato in Il Mulino del 15 luglio 2024.
L’Ocse lo ha scritto per il secondo anno di fila nel suo Employment Outlook 2024: l’Italia è il Paese in cui gli stipendi dei lavoratori, di fronte all’inflazione, hanno perso maggiore potere d’acquisto. Nei primi tre mesi dell’anno, i salari reali erano ancora più bassi del 6,9 per cento rispetto a prima della pandemia.
Ma l’Ocse ha scritto anche un’altra cosa nella nota riferita all’Italia: «Il mercato del lavoro italiano ha raggiunto livelli record di occupazione e livelli minimi di disoccupazione e inattività».
Come fanno a stare insieme le due cose?
I dati in crescita sull’occupazione e i salari reali più bassi tra i Paesi Ocse, in realtà, sembrano due aspetti collegati. I bassi salari spingerebbero le aziende italiane, anche piccole, ad aumentare le assunzioni, perché è più economico del fare investimenti in macchinari, tecnologie, ricerca e sviluppo.
Ma i salari non sono bassi per tutti
Finora abbiamo parlato della media. Se si guarda nei dettagli, si scopre ovviamente che non è così per tutti. Ci sono stipendi che sono cresciuti, tenendo più o meno il passo con l’inflazione. E altri che sono rimasti fermi, con i lavoratori che si sono quindi via via impoveriti.
Molto dipende dal settore in cui si lavora. Come ha scritto Marco Leonardi sul Foglio, quando si parla di salari bassi in Italia bisogna fare una distinzione: si tratta dei salari dei servizi e del pubblico impiego e non dei salari dell’industria. Dal 2001, gli stipendi sono aumentati del 75 per cento nell’industria, mentre nella pubblica amministrazione e nei servizi solo del 45 per cento. Trenta punti in meno.
Se paragoniamo gli ultimi tre anni, l’aumento dei salari nell’industria tedesca e francese è infatti simile a quello dell’industria italiana. Mentre nella pubblica amministrazione e nei servizi è molto maggiore.
Guardiamo ad esempio agli insegnanti. Secondo l’ultimo rapporto Eurydice, la retribuzione annuale lorda di un docente italiano è di circa 24mila euro, contro i 28mila dei francesi e i 54mila dei tedeschi.
I bassi salari italiani quindi sono legati soprattutto alla crescita dei servizi con attività poco qualificate e alla dinamica stagnante dei salari del settore pubblico, che abbassano la media.