di Meryl Davids Landau, Pubblicato in National Geographic Italia del 20 giugno 2024.
Subito dopo la diffusione della penicillina, circa 80 anni fa, i batteri hanno iniziato a capire come eludere i farmaci antibiotici. Da allora si è scatenata una corsa agli armamenti tra i microbi pericolosi e gli esseri umani. Un nuovo studio dimostra come, in modi cruciali, l'uomo la stia perdendo.
"La lentissima pandemia di resistenza agli antibiotici è stata facile da ignorare", ma la situazione deve cambiare con l'aumento dei tassi odierni e la mancanza di nuovi antibiotici che affrontino il problema, afferma Christina Yek, medico ricercatore presso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, parte del National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la resistenza di alcuni germi agli antibiotici rimane una delle principali sfide per la salute pubblica globale. Si stima che questi organismi uccidano annualmente circa 5 milioni di persone in tutto il mondo. Negli Stati Uniti ogni anno si verificano più di 2,8 milioni di infezioni resistenti agli antimicrobici, comprese quelle acquisite in ospedale o contratte altrove. In Italia, come spiega la coordinatrice del Comitato di studio per gli antimicrobici Teresa Spanu in un articolo per Il Sole 24 Ore, la resistenza agli antibiotici è tra le più elevate in Europa e ogni anno sono quasi 300.000 i pazienti che contraggono un’infezione correlata ai batteri resistenti agli antibiotici, che causa circa 7.000 decessi.
E quando i batteri diventano resistenti agli antibiotici, i medici non sono più in grado di trattare facilmente l'infezione.
"In passato abbiamo prospettato un'era post-antibiotica, in cui non avremmo avuto più antibiotici [efficaci], ma per molti aspetti ci siamo già", afferma Rick Martinello, medico di malattie infettive presso la Yale Medicine e direttore sanitario del programma di prevenzione delle infezioni. "Senza il beneficio degli antibiotici, gli esiti per gli individui colpiti sono più cupi: decessi, infezioni prolungate, degenze ospedaliere più lunghe".
Infezioni nosocomiali in aumento
Il numero di persone che hanno acquisito microbi resistenti negli ospedali è aumentato del 32% durante la pandemia COVID-19, arrivando a 38 persone ogni 10.000 ricoveri, secondo un rapporto preliminare presentato questa primavera da Yek e altri ricercatori del NIH alla Società Europea di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive di Barcellona, in Spagna. Da allora i tassi sono leggermente diminuiti, ma rimangono superiori ai livelli pre-pandemici.
Gli aumenti maggiori si sono verificati nei microbi resistenti a una classe di antibiotici comunemente prescritti, i carbapenemi. Lo studio ha rilevato che questa classe di antibiotici sta incontrando numerosi batteri resistenti, soprattutto Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa ed Enterobacterales, causa di molte infezioni ospedaliere gravi.
Nel frattempo, i farmaci non hanno tenuto il passo. Quasi tutti i nuovi antibiotici approvati dalla Food and Drug Administration statunitense negli ultimi anni sono stati variazioni di farmaci precedenti, senza nuovi meccanismi d'azione in grado di colpire i microbi resistenti.
Le persone socialmente vulnerabili sono le più a rischio
I ricercatori hanno cercato di identificare i gruppi più vulnerabili a queste infezioni. Hanno scoperto che le persone con malattie croniche o più acute avevano maggiori probabilità di acquisire un'infezione resistente.
I germi resistenti, dovunque siano stati acquisiti, sono un problema, ma quelli che colpiscono in ospedale sono particolarmente preoccupanti. Innanzitutto, questi germi sono generalmente più virulenti e possono essere resistenti a un numero maggiore di antibiotici, motivo per cui sono associati a livelli elevati di disabilità e morte.
Utilizzati in maniera massiccia in medicina e in agricoltura
Gli scienziati sanno da anni che la resistenza si diffonde attraverso la somministrazione indiscriminata ed eccessiva di antibiotici, ma questo non ha modificato sufficientemente la situazione. Oltre all'uso eccessivo nel settore sanitario, gli antibiotici sono spesso utilizzati nell'industria veterinaria e agricola. "Gli antibiotici possono essere usati come promotori della crescita nei polli e nelle mucche e vengono anche spruzzati sugli alberi di pere e mele", dice Martinello.
Quando vengono esposti agli antibiotici, molti batteri e funghi dell'organismo vengono uccisi, ma quelli con una resistenza innata non solo sopravvivono e si moltiplicano, ma trasmettono il tratto ad altri organismi. Nel corso del tempo, alcuni germi accumulano geni per la resistenza a diversi antibiotici. Questi microbi con resistenza multipla ai farmaci sono particolarmente difficili da trattare.
In queste situazioni, i pazienti ricevono un insieme di più antibiotici nella speranza che ci sia una sinergia... ma nel complesso, questi pazienti non guariscono e molti di loro probabilmente muoiono a causa delle infezioni contratte, la cui specializzazione è in malattie infettive.
Ridurre al minimo l'uso di antibiotici non necessari
Gli scienziati continuano a cercare nuovi farmaci che potrebbero rivelarsi efficaci. I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno recentemente scoperto un nuovo modo di interferire con un determinato enzima batterico che potrebbe portare a una nuova classe di antibiotici. Altri si stanno rivolgendo all'intelligenza artificiale per identificare potenziali terapie.
Nel frattempo, molti ospedali hanno istituito protocolli per ridurre al minimo le infezioni resistenti. Questi includono strategie per prevenire le infezioni come l'igiene delle mani, i regimi di disinfezione dei dispositivi e una migliore pulizia dei locali.
E includono anche la riduzione della durata della prescrizione di antibiotici in modo appropriato durante i ricoveri. La riduzione degli antibiotici può abbreviare le degenze ospedaliere senza aumentare la mortalità.
sintesi di Alessandro Bruni
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com e a questo è utile riferirsi per avere un quadro approfondito.