di Redazione di Vatican News del 18 luglio 2024.
Emmaüs International, Emmaüs France e la Fondazione Abbé Pierre rendono pubblici in un rapporto fatti "legati alla violenza o alle molestie sessuali" che il fondatore, morto a 94 anni nel 2007, avrebbe commesso tra la fine degli anni ’70 e il 2005. La Conferenza Episcopale francese: profonda compassione per le vittime, vergogna per il fatto che tali atti possano essere commessi da un sacerdote, determinazione a rendere la Chiesa più sicura.
L'Osservatore Romano
«Il Movimento Emmaüs combatte ogni forma di violenza e intende denunciare atti inaccettabili commessi da una persona che ha avuto un ruolo importante nella sua storia. Lo dobbiamo alle vittime. Lo dobbiamo anche a tutti coloro che, da più di 70 anni, quotidianamente portano avanti l’azione del Movimento. Condividiamo il loro dolore e la loro rabbia, ma anche la loro determinazione a continuare a lavorare, ogni giorno, per costruire un mondo più giusto e unito». Con queste parole Emmaüs International, Emmaüs France e la Fondazione Abbé Pierre hanno deciso di rendere pubblici fatti «legati alla violenza o alle molestie sessuali» che l’abbé Pierre - morto a 94 anni nel 2007 - avrebbe commesso tra la fine degli anni ’70 e il 2005. Lo rivela un rapporto, avviato a seguito di un’indagine interna, partita un anno fa dalla denuncia di una donna.
Ascolto e testimonianze
Emmaüs International, Emmaüs France e la Fondazione Abbé Pierre hanno avviato un lavoro di ascolto, per stabilire se altri eventi simili avrebbero potuto verificarsi e così, grazie alla collaborazione con il gruppo Egaé, guidato da Caroline De Haas, sono emerse le testimonianze di sette donne che hanno denunciato aggressioni sessuali o atti di molestie sessuali, commessi dall’abbé Pierre. Una di loro, informa la nota, era minorenne all’epoca dei fatti. Di lì in poi, prosegue il comunicato, «è stato messo a punto un sistema di raccolta di testimonianze e di sostegno, strettamente confidenziale, rivolto alle persone che sono state vittime o testimoni di comportamenti inaccettabili da parte dell’abbé Pierre». Secondo il gruppo Egaé, «è ragionevole pensare che ci siano altre persone colpite, in proporzioni difficili da stimare», che potranno essere ascoltate anche in modo anonimo, se lo desiderano.
Il comunicato dei vescovi francesi
In un comunicato stampa, la Conferenza Episcopale francese (Cef) ha preso atto «con dolore» delle testimonianze che denunciano atti di violenza sessuale commessi dall’abate Pierre. La Cef ha assicurato «alle vittime la sua profonda compassione e la sua vergogna per il fatto che tali atti possano essere commessi da un sacerdote, e ribadisce la sua determinazione a mobilitarsi per rendere la Chiesa una casa sicura». «L’abbé Pierre - scrivono i vescovi - ha avuto un impatto notevole nel nostro Paese e nel mondo; ha accresciuto la consapevolezza della responsabilità di tutti nei confronti delle persone in circostanze precarie e ha rinnovato il modo in cui la nostra società vede i più poveri. Ma la sua posizione non può esentarci dalla necessaria opera di verità, che Emmaüs ha appena compiuto con lucidità e coraggio».
Commento di Alessandro Bruni. Vorrei sottolineare in sintesi l'ultima frase del comunicato: L’abbé Pierre ha avuto un impatto notevole nel nostro Paese e nel mondo; ha accresciuto la consapevolezza della responsabilità di tutti nei confronti delle persone in circostanze precarie e ha rinnovato il modo in cui la nostra società vede i più poveri. Ma la sua posizione non può esentarci dalla necessaria opera di verità, che Emmaüs ha appena compiuto con lucidità e coraggio. Più che il coraggio, che appartiene a chi in questi casi vuole nascondere, ne apprezzo la lucidità. Una lucidità necessaria per ridimensionare quella tendenza a esaltare le opere e a nascondere l'uomo nella sua fragilità. Certamente questi comportamenti erano conosciuti e certamente sono stati nascosti per esaltare l'importanza del suo messaggio (che comunque resta intatto). Ora si potrebbe dire, ma è da appurare, che gli abusi fossero dovuti ad uno stato di demenza e quindi di situazioni non facilmente controllabili, ma soprattutto tendenti, per chi gli era vicino e sapeva, di un nascondimento non per pietà, ma per la volontà, lucida e colpevole, del mantenimento di un potere economico-ecclesiale. Se lui umanamente è colpevole, non meno colpevoli sono coloro che già allora sapevano e hanno taciuto. Quanto alla frase sulla determinazione a mobilitarsi per rendere la Chiesa una casa sicura, ora si piangeranno lacrime di coccodrillo sull'Abbe Pierre condite da costernazione e da espressioni di dolore. Eppure basterebbe togliere la "sacralità" ai sacerdoti e renderli uomini, basterebbe togliere il celibato e renderli pastori di umanità familiare, basterebbe una diversa considerazione della vocazione, non come chiamata di Dio (che rende eletti), ma come dedizione a Dio (che rende i sacerdoti pari tra pari). L'aver vocazione non può che essere nell'attività di ogni uomo, contadino, dottore, maestro, sacerdote, massaia (al rigurado si legga Mario Miegge. Vocazione e lavoro. Claudiana. 2010). Nel'esercizio professionale siamo chiamati a compiere la nostra opera di vocazione con diligenza, sapendo di essere umani nella nostra finitudine. L'Abbe Pierre ha costruito una dimensione di vicinanza con i poveri specie con la richiesta di donare loro il superfluo, non chiedendo beneficenza (se dai il tuo superfluo di fatto non doni nulla), ma questo dare dequalifica il tuo gesto umanitario e pone in crisi la tua coscienza di credente capace solo di dare il superfluo. L'Abbe Pierre ha fondato il suo agire sull'annullamento della beneficienza come gesto per conquistare il paradiso, ma come gesto per rendersi conto delle povertà della nostra società. Emmaus oggi è sicuramente in revisione, non tanto dei principi, non tanto per le notizie sulla figura del suo fondatore, quanto per la considerazione deformata che la nostra società ha di lei: ci si rivolge a Emmaus per evitare i costi dello smaltimento di cose che non servono ... Un voler far passare per beneficenza un gesto opportunistico... Nella sostanza una negazione dello spirito originario del fondatore. Abbe Pierre, mio caro amico, hai provocato dolore in chi hai abusato e non ci sarà assoluzione (umana) per quel che hai fatto, ma ti ringrazio per la gente di Emmaus che mi hai fatto conoscere. Ora tu non sarai più quasi santo, sarai come tanti uomini che hanno commesso errori e assieme a loro ti guarderò con la pietas che chiedo ai miei figli per il mio agito terreno.