di Redazione di Openpolis. Pubblicato il 31 agosto 2024.
I dati sono un ottimo modo per analizzare fenomeni, raccontare storie e valutare pratiche politiche.
30 i posti nei servizi di prima infanzia ogni 100 bambini con meno di 3 anni, nel 2022. Si tratta di un dato in crescita rispetto al 2021 (28) con un progressivo avvicinamento all’obiettivo europeo del 33%. Bisogna però considerare che questa dinamica è causata sia dall’aumento dei posti autorizzati che dal calo delle nascite.
1,2 milioni i residenti in Italia con età compresa tra 0 e 2 anni nel 2022. Si tratta di un dato in calo del 9% rispetto al 2019 e del 24% rispetto al 2013, primo anno considerato da Istat nella serie storica. Per questa utenza, i posti negli asili nido sono effettivamente in crescita anche in termini assoluti, passando dai 350mila del biennio 2020-2021 ai 366mila del 2022.
11 le regioni italiane che registrano una quota superiore al 33%. A queste si può aggiungere il Piemonte che ha sostanzialmente raggiunto questo livello (32,7%). Le percentuali maggiori si registrano in Umbria (46,5%), Emilia-Romagna (43,1%) e Valle d'Aosta (43%). In coda quasi tutte le regioni del sud, in particolare Calabria (15,7%), Sicilia (13,9%) e Campania (13,2%).
32 i capoluoghi che presentano un livello di servizi che supera il 45%, il nuovo obiettivo stabilito dall'Unione europea. Ad eccezione di tre città concentrate in Sardegna, le altre si trovano tutte nel centro-nord. I valori maggiori a Nuoro (82,1 posti ogni 100 bambini), Sassari (61,5%) e Ferrara (60%). Sono invece 9 i capoluoghi in cui si registra una quota minore del 15% e sono tutti collocati nel mezzogiorno. Le incidenze più basse si rilevano a Barletta (8,3%), Catania (8%) e Campobasso (7%).
23 i posti ogni 100 bambini nelle aree interne. Rispetto alle zone baricentriche in termini di servizi, si tratta di un dato in calo. Nei comuni polo, l'incidenza è pari al 37%, con una diminuzione al 27% nelle zone cintura, gli hinterland delle città. Più ci si allontana dai centri, più scende il valore: nei comuni intermedi l'offerta si attesta sul 24%, in quelli periferici al 22,5% mentre in quelli ultraperiferici (che distano oltre 67 minuti dal polo più vicino) si scende sotto i 18 posti ogni 100 bambini.