di Marco Geddes da Filicaia. Pubblicato in Salute internazionale il 2 ottobre 2024.
La bronchiolite e polmonite da virus respiratorio sinciziale è una questione di notevole rilievo, specie nei periodi autunnali – invernali che comporta, secondo i dati diffusi dalle Società di pediatria, oltre a un notevole affollamento dei pronto-soccorsi, a 15.000 ricoveri, 3.000 ricoveri in terapia intensiva e 16 decessi. Vi sono varie strategie farmacologiche per ridurre la incidenza della patologia e la sua gravità, fra cui anche un recente vaccino da iniettare alla madre nel terzo trimestre di gravidanza, con un passaggio di anticorpi da madre a neonato e un conseguente effetto protettivo; ha tuttavia un limitato numero di adesioni nei paesi in cui è in atto e inoltre un recente studio ha evidenziato rischi di parti prematuri.
L’anno scorso un “vaccino”, il Beyfortus (principio attivo Nirsevimab), prodotto da Astra Zeneca – Sanofi, consistente in un anticorpo monoclonale (che pertanto dà una immunizzazione passiva della durata di circa cinque mesi), approvato dall’EMA è già stato utilizzato da alcune nazioni, fra cui Francia e Spagna.
L’Aifa che da tempo “balbetta” (citazione da Garattini), su richiesta del produttore Sanofi lo ha collocato fra i farmaci a pagamento, cioè in fascia C, vale a dire non compreso nei LEA e non soggetta quindi, per tale prodotto, a problemi di sfondamento della spesa farmaceutica e del conseguente payback! Il prodotto è stato registrato al prezzo di 1.150,00 €. Per ottenerlo è necessaria la prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti: pediatra, neonatologo, cardiologo, pneumologo, infettivologo, cardiochirurgo, allergologo, igienista[4]. Ma al momento il farmaco è introvabile; se uno si presenta in farmacia con regolare prescrizione specialistica si sente rispondere che il farmaco non è in distribuzione.
Intanto la Sanofi tratta con le Regioni, proponendo prezzi assai più contenuti, come ha già fatto in Spagna fra le diverse Comunità, in relazione all’entità della popolazione a cui verrà offerto. Le Regioni infatti lo possono acquistare, poiché, grazie a quel processo centrifugo avviato dal Titolo V, possono già disporre prestazioni extra-Lea purché extra-fondo, cioè a carico dei loro bilanci regionali. È, con ogni evidenza una grande confusione che favorisce sostanzialmente l’industria farmaceutica data l’assenza di una trattativa nazionale dovuta al collocamento in fascia C e alla assenza di un coordinamento fra Regioni – anticipo dei tempi che ci attendono con l’Autonomia.
sintesi di Alessandro Bruni
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