di Anna Molinari. Pubblicato in Unimondo il 30 settembre 2024.
Gratuita, praticabile ovunque in autonomia e perfetta compagna per tenere sotto controllo lo stress. Chi non la vorrebbe una soluzione così conveniente per il benessere psicofisico? Esiste, e si chiama meditazione. Una pratica che, in generale, prevede la focalizzazione sulla consapevolezza del sentire nel presente, sull’osservazione di ciò che si percepisce senza giudizio, anche attraverso l’utilizzo di frasi rituali, parole-guida, mantra.
Negli ultimi anni, vista la sua adozione molteplice e sempre più significativa e diffusa, gli studi scientifici in quest’area sono aumentati notevolmente. Mostrando però che effetti controversi – e persino controproducenti – non sono affatto rari.
Questo non significa che la meditazione in generale, e in particolare la tanto di moda mindfulness, non possano portare benefici importanti al benessere della persona, anzi. Ma nel sovraffollamento di insegnanti (di cui non pochi improvvisati), video, app e libri… raramente le persone vengono informate rispetto alle possibili controindicazioni. Eppure l’entusiasmo e la fiducia in questa pratica, capace di modificare non solo le persone a livello individuale ma anche le comunità nella loro dimensione collettiva, resta uno dei tratti fondanti dei suoi praticanti e, condividendo in questo lo slancio delle religioni, convince anche molti atei e agnostici alla luce del suo potere di aumentare la pace e la compassione, dentro se stessi e nel mondo.
Le ricerche su come praticare in sicurezza la meditazione sono molto recenti e quindi non ci sono ancora suggerimenti sufficientemente chiari e verificati da condividere con le persone che si trovano a sperimentare stati di coscienza inusuali senza potersi avvalere di strumenti per capire e interpretare quegli stati.
Per ora, è però bene non generalizzarne il potere taumaturgico e sapere che esistono siti che accompagnano una meditazione sicura e pubblicazioni accademiche che possono guidare i praticanti anche attraverso eventuali conseguenze inaspettate e non benefiche. Come per ogni promessa di guarigione e benessere, anche per le meditazioni serve un “bugiardino” dei possibili effetti collaterali, elemento che non ne annulla affatto l’utilità e che non vanifica i riscontri positivi, ma che permette la trasparenza necessaria perché non siano considerate la panacea di ogni male, personale o sociale.
sintesi di Alessandro Bruni
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