di Andrea Ubiali. Medico di sanità pubblica, Bologna. Pubblicato in Salute internazionale del 9 ottobre 2024.
La Pandemia ha sconvolto le tradizionali gerarchie di potere ed è stata generatrice di elementi trasformativi all’interno dei servizi sanitari che hanno introdotto aspetti inediti e innovativi nell’organizzazione del lavoro di cura. Una riflessione sullo sviluppo di servizi più equi e resilienti, in grado di affrontare con maggiore efficienza le sfide future.
Ripensando all’esperienza della pandemia di Covid-19 dal punto di vista di un operatore sanitario che ne ha vissuto la gestione, emergono due elementi contrastanti. Da un lato, si rievocano l’enorme carico di lavoro, lo stress psico-fisico, il travolgimento emotivo che hanno contribuito a spingere parte del personale sanitario verso il burn-out. Dall’altro lato, però, sembra emergere anche una sorta di nostalgia, dovuta al fatto che la pandemia – almeno in alcuni contesti – oltre che portatrice di malattia e sofferenza, è stata generatrice di elementi trasformativi all’interno dei servizi sanitari che hanno introdotto aspetti inediti e innovativi nell’organizzazione del lavoro di cura.
Io sono una di quelle persone che prima del Covid non contava nulla, e dopo il Covid sono tornata a non contare nulla. Ma durante il Covid ero potentissima – racconta una giovane operatrice sanitaria riflettendo su come ha percepito l’evoluzione del proprio ruolo professionale negli ultimi anni.
Questo sintetico resoconto esprime perfettamente uno degli elementi centrali dell’azione trasformativa che il Covid ha avuto sull’organizzazione dei servizi sanitari: un effetto destabilizzante – seppur transitorio – sulle relazioni gerarchiche e sugli equilibri di potere preesistenti, mai messi in discussione prima.
È cosa nota che i servizi sanitari siano strutture altamente organizzate, sostenute da una rigida gerarchia e una distribuzione ineguale di potere tra gli operatori che vi lavorano. Gli assi su cui si declinano i rapporti gerarchici possono essere molteplici: professionale (con i medici che generalmente rivestono un ruolo dominante rispetto a tutte le altre professioni sanitarie), specialistico (con alcuni settori che godono di maggior prestigio e potere rispetto ad altri), anagrafico (con i senior che esercitano potere sui junior) oltre che di genere e razziale.
L’esistenza di gerarchie e squilibri di potere all’interno dei servizi è un argomento che raramente viene discusso o esplicitato, sia nei contesti lavorativi che in quelli accademici. Questa mancanza di problematizzazione contribuisce a determinare tensioni e problemi irrisolti che a loro volta si ripercuotono sulle pratiche assistenziali.Un contesto di questo tipo si è realizzato all’interno dei servizi sanitari durante la pandemia da Covid-19. Tale contesto diventa quindi un prezioso materiale di studio che alcuni ricercatori hanno indagato per cercare di ricostruire le esperienze vissute dagli operatori sanitari durante la pandemia, in riferimento alle dinamiche di potere nel proprio contesto lavorativo.
sintesi di Alessandro Bruni
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