di Redazione di Openpolis pubblicato il 3 dicembre 2024.
L’Italia dal 2010 è – tra i maggiori paesi Ue – quello che spende meno in istruzione in rapporto al proprio prodotto interno lordo. Si tratta di un valore quantitativo, che quindi di per sé non rappresenta un indicatore di qualità dell’offerta educativa.
Il legame tra povertà e livello di istruzione
L’istruzione dei genitori condiziona molto il futuro dei bambini, a partire dai primi anni di vita. Oltre un terzo dei figli di non diplomati si trova in deprivazione materiale e non ha perciò accesso alle stesse possibilità dei coetanei più avvantaggiati. Tale svantaggio si trascina durante tutto il percorso di crescita, come testimoniato dal minor accesso alle opportunità culturali e formative, dai livelli di apprendimento inferiori e dalla maggiore incidenza di fenomeni quali dispersione e abbandono scolastico. La tendenza è tristemente confermata quando ragazze e ragazzi si avvicinano alla maturità: sono infatti soprattutto i figli dei laureati ad andare avanti gli studi.
La spesa dei paesi Ue sull’educazione
Per rompere questo legame il principale strumento a disposizione del decisore è l’offerta di istruzione di qualità per tutte e tutti. Ciò si traduce in un investimento complessivo, che non riguarda unicamente l’entità delle risorse spese ma anche – e soprattutto – la qualità dell’offerta educativa cui bambini e ragazzi hanno accesso. Allo stesso tempo, le risorse investite sul comparto possono essere comunque considerate un indicatore di quanto l’impegno su questo fronte venga considerato essenziale dal decisore.
La priorità italiana: i divari territoriali
Nel caso dell’Italia, le risorse destinate al sistema educativo dovrebbero essere rivolte alla riduzione dei divari territoriali, innanzitutto in termini di offerta d’istruzione. Dagli asili nido alla presenza di mense, dall’edilizia scolastica all’accesso al tempo pieno, sono numerosi gli ambiti dove il paese si muove a più velocità.
Come conseguenza, anche i livelli di apprendimento rimangono fortemente sperequati. Come abbiamo avuto modo di raccontare, in 3 capoluoghi del sud su 4 oltre la metà degli studenti di seconda superiore ha competenze inadeguate in matematica. Migliorare la posizione internazionale del paese sugli apprendimenti significa investire per ridurre gli ampi divari territoriali che lo affliggono.
sintesi di Alessandro Bruni
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