di Paolo Becchi pubblicato in Paradoxa-forum del 18 novembre 2024.
Quello di ‘reato universale’ è un concetto che è emerso nel dibattito politico recente, ed il cui significato non è, in realtà, chiarissimo, dal punto di vista giuridico. Da una parte, esso richiama la categoria dei crimini internazionali, la cui punizione dovrebbe essere ‘universale’ nel senso che tutti gli Stati sarebbero chiamati a perseguirli: genocidi, crimini di guerra, etc. Dall’altra, in realtà, esso sembra semplicemente esprimere, diversamente, la ‘pretesa’ dello Stato di estendere l’area dell’applicazione delle proprie leggi penali anche al di fuori del proprio territorio. Oggi tocca, invece, alla surrogazione di maternità. Ed allora diventa difficile non chiedersi: ma perché farne un reato ‘universale’? E cosa significa?
Sicuramente, possiamo escludere che si tratti di qualcosa come di un crimine ‘internazionale’, se solo si consideri che la maternità surrogata è permessa e considerata pertanto lecita in molti Paesi, e dunque non sia affatto intesa ‘universalmente’ dalla comunità degli Stati un ‘crimine’. Ma escludiamo anche che ‘universale’ abbia il significato di esprimere la valutazione politica del legislatore, che lo considererebbe un tipo di reato particolarmente ‘grave’ (tanto più che, immaginando che siano perlopiù incensurate le coppie che sceglieranno di ricorrere alla surrogata, con la condizionale nessuno si farà mai un solo giorno di carcere).
Ammettiamo pure che sia corretto punire come reato la maternità surrogata, ma chiediamoci: la soluzione è davvero quella di sbattere i genitori in galera e affidare il bambino ai servizi sociali? Perché rovinare la vita anche di un bambino? Che cosa ha fatto? Punire la maternità surrogata, invece, presenta una serie di vantaggi: manda un messaggio ideologico forte – solo chi ha partorito è madre –, farà sì un po’ di danni, ma ad un numero statisticamente limitato di coppie, e, soprattutto, è a costo zero. E punire ‘universalmente’ dà ancora di più l’idea del governo forte, di una leader ‘tosta’.
sintesi di Alessandro Bruni
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