di Massimo Mantellini. Pubblicato nel blog dell’autore il 20 gennaio 2025.
Un riassunto breve di come siamo messi oggi scritto sessant’anni fa:
“Sopprimere codesta dimensione nell’universo sociale della razionalità operativa significa sopprimere la storia e questa non è una questione accademica ma bensì politica.
Significa sopprimere il passato stesso della società ed il suo futuro, nella misura in cui il futuro invoca il mutamento qualitativo, la negazione del presente. Un universo di discorso in cui le categorie della libertà sono divenute intercambiabili con i loro opposti ed anzi si identificano con questi, non solo pratica il linguaggio di Orwell e di Esopo ma respinge e dimentica la realtà storica: l’orrore del fascismo, l’idea di socialismo, le condizioni che fondano la democrazia, il contenuto della libertà.
Se una dittatura burocratica governa e definisce la società comunista, se regimi fascisti sono ammessi come membri del Mondo Libero, se l’economia del benessere del capitalismo illuminato è liquidata col dirla “socialismo”, se i fondamenti della democrazia sono armoniosamente aboliti nella democrazia, allora i vecchi concetti storici sono invalidati da nuove definizioni operative debitamente aggiornate.
Le nuove definizioni sono falsificazioni che, imposte dalle potenze in atto e dai poteri di fatto, servono a trasformare la falsità in verità”.
(Herbert Marcuse, L’uomo a una dimensione, Einaudi Torino 1967 pag. 115, traduzione di Luciano Gallino e Tilde Giani Gallino)