di Marina Viola. Scrive e vive a Boston con amore, con dolore, con levità. Pubblicato nel blog dell’autrice il 5 maggio 2021.
Oggi è il compleanno di Dan. Ne fa 55 il 5/5. Non male.
L’altro giorno eravamo a Becket. Il nostro vicino Chris, che è elettricista, aveva montato per noi il nuovo termostato, che funziona con un’app, così quando veniamo da Cambridge non dobbiamo stare in una casa ghiacciata per due ore.
Mentre Dan scaricava l'app e capiva come funzionasse, io ero seduta sulla sedia della cucina e Dan era di spalle. Di lui vedevo: le famose gambe lunghe e sottili che a me mi fanno morire dalla bellezza, coperte da un paio di jeans che accentuano la bellezza infinita del suo culo. Maglietta un po’ attillata nera, che mostra le spalle, forti, su cui ho pianto mille volte e ne piangerò altre mille.
Gliel'ho detto a voce alta, che ancora adesso non riesco a crederci che una come me, un po’ rompipalle, mai stata bella e antiamerikana da sempre abbia avuto la fortuna di piacere a uno strafigo come Dan. È come se ci si innamorasse di Brad Pitt che poi lui si innamora di te e vissero felici e contenti. Ancora mi stupisco che abbia deciso di passare la sua vita con me, tutta la sua vita. Che abbia detto di sì quando l’ho baciato la prima volta, di sì quando gli ho detto che sarei andata a vivere con lui, di sì quando l’ho convinto a sposarmi chiudendolo a chiave sul terrazzo.
Ma c'è di più: Dan non è solo fisicamente strabiliante.
- È anche la persona più generosa, più onesta e senza dubbio più intelligente che io abbia mai conosciuto.
- È anche la persona che mi ha insegnato l’inglese.
- È anche la persona che mi ha tradotto tutte le canzoni di Tom Waits, che mi ha fatto apprezzare la musica, che mi ha istruito oltre Guccini e de Gregori.
- È anche la persona che quella sera che abbiamo scoperto che Luca sarebbe stato un bambino diverso, ha detto che Luca è Luca, e qualsiasi diagnosi usino per descriverlo, il suo essere Luca non cambia.
- È anche la persona che ha tenuto la mano di sua mamma fino all’ultimo suo respiro, mentre le sussurrava parole dolci, e la ringraziava per essere stata una madre spettacolare.
- È la persona che mi ha detto che assistere alla morte è tanto potente quanto assistere a una nascita.
- È anche la persona che lascia tutto in disordine e mi fa diventare matta, ma poi dice: “Ma scusa, perché devi imporre a me il TUO modo di vivere? A te piacciono le cose a posto? Tieniti le tue in ordine. A me non piacciono e le mie cose me le tengo come voglio”, rischiando un vaffa da parte mia che trattengo ogni volta.
- È anche la persona che mi ha insegnato la pazienza, la delicatezza, il saper dire le cose senza offendere nessuno.
- È anche la persona che mi racconta tutte le sere tutte le notizie. In poche parole, è il mio telegiornale. Durante il giorno legge notizie da tante testate diverse e poi le mette insieme e mi fa dei racconti oggettivi, cioè di sinistra.
- È anche la persona che mi accontenta sempre. Non so se sia per viziarmi o per evitare rotture di coglioni, ma comunque sia, mi accontenta sempre.
- È anche la persona che mia mamma adora, perché mi rende felice, perché (come dice lei ogni volta che viene) la nostra famiglia è tranquilla, nessuno che urla, nessuno che litiga.
- È anche la persona che vive di ossessioni. In questi mesi, sono le cozze, che vorrebbe cucinare ogni sera ma noi non ne possiamo più, e la Moto Guzzi, che tratta come la sua Cicciolina.
Insomma, Dan è il colpo di culo più incredibile che mi sia mai successo in vita mia. Lo ringrazio ogni volta che, malgrado la voglia di scappare lontano da noi (intesi come moglie rompicoglioni e tre figli impegnativi. Ah, e due cani e un gatto e una quindicina di pesci), imbocca sempre l’uscita dell’autostrada giusta per tornare a casa, spesso con un mazzo di fiori, e spesso a preparare le cena.
Tanti auguri amoremio enorme.
Nota di Alessandro Bruni. Post dedicato ai cinquantenni e in particolare a mio figlio e a due persone empatiche casualmente incontrate in un ufficio postale.