di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
La chiusura (lockdown, confinamento) del 2020 è stata una delle esperienze umane più importanti e menodibattute degli ultimi anni anche perché molto divisiva. La gente non ne vuole più parlare ed è comprensibile, ma più passa il tempo potrebbe esserci una retrospettiva onesta su quelle scelte, sugli errori eventuali, per imparare su come comportarsi in futuro.
Chi ha svolto i lockdown più severi nel 2020 (come l’Italia) non ha beneficiato di bassi tassi di mortalità e si ritrova nel 2024 coi più bassi di vaccinazione anti-Covid per gli over 80 (agli altri non serve), mentre chi (Svezia, paesi nordici…) non ha fatto lockdown o poche restrizioni, ha nel 2024 vaccinazioni molto alte (negli over 80). Della serie: “se mi lasci libero di scegliere e non mi confini, aderisco di più ai consigli che mi dà il mio Governo anche nel lungo periodo”.
Tutti sappiamo che il lockdown in Italia è arrivato tardi (quando i buoi/virus erano scappati) e, come il presidente tedesco F. Walter Steinmeier ha onestamente ammesso, si dovevano prendere il 100% delle decisioni avendo solo il 50% delle informazioni (e non sempre corrette). Era quindi facile sbagliare. Il confinamento si è fatto in buona fede per impedire i contagi e ridurre la mortalità, ma oggi sappiamo che là dove si è fatto di meno, lasciando aperte le scuole, libertà di passeggiare nei parchi da soli, la mortalità in eccesso è stata minore. I paesi meno coercitivi (Nord Europa, Germania) hanno protetto meglio i loro cittadini nel lungo periodo (2020-2024) rispetto ai paesi più
coercitivi del Sud Europa come Italia, Francia, Spagna, Grecia e che hanno più polizia (per 100mila residenti) e fatto più multe (Spagna e Francia 1,1 milioni, Italia 400mila). Poiché l’Italia è stata il paese più coercitivo in Europa ci dovrebbe essere una riflessione nazionale su questa pulsione un tantino autoritaria. Forse il motivo è che il Governo di allora era di sinistra e in genere si associa l’autoritarismo alla destra.
Il nuovo piano pandemico dell’Italia (fatto dalla destra) definisce ora che misure di lockdown possono essere prese solo dal Parlamento e non dal Governo. La Commissione parlamentare Covid è nata con l’idea del Governo di destra di fare “barba e capelli” al Governo Conte (di sinistra, M5S e PD), e per questo ha deciso che non si dovrà indagare sulle Regioni, evitando che la Lombardia (centro-destra) sia accusata. Un modo di procedere politicistico sbagliato. Uno dei punti deboli del contrasto al virus è stato il fatto che si era indicato ai contagiati di stare a casa assumendo “tachipirina e vigile attesa”. Molti medici fecero notare che stare in vigile attesa era insensato, in quanto la pericolosità del Covid-19 aumentava coi giorni e bisognava intervenire nei primissimi giorni.
Se ne rese conto lo stesso CTS, ma ai medici di base era stato impedito sia di fare le visite a casa sia di visitare in ambulatorio, lasciando i contagiati in balia di se stessi, anche perché qualsiasi alternativa alla tachipirina veniva sconsigliata. Scelta che ha intasato gli ospedali e i pronto soccorso. Dopo 6 mesi di pandemia e panico il Governo stanziò 4 miliardi per le Usca (Unità Speciali di intervento Assistenziale) a casa dei malati che ancora a fine 2020 erano operative solo per metà. Perché si rinunciò all’intervento dei 40mila medici di famiglia a casa o in ambulatorio dei contagiati? Non sono quelli di maggiore prossimità e che li conoscono meglio?
Filippo Anelli, presidente dell’ordine dei medici, ha detto in Commissione che “paracetamolo (tachiprina) e vigile attesa non era un ‘protocollo’ ma solo un suggerimento, in quanto all’epoca non poteva esserci alcuna evidenza scientifica chiara”. Ma ciò contrasta con tutte le dichiarazioni fatte dal Cts e dall’ordine dei medici per ben 3 anni, e chi, come il povero primario di ospedale De Tonno ha tentato altre vie (plasma iperimmune) è stato marginalizzato. De Tonno disse : “la terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma”. Frase che onora questo medico suicidatosi anche per essere stato ridicolizzato, mentre studi successivi hanno mostrato l’efficacia (seppur parziale) della sua cura.
Vari studi hanno poi segnalato che la tachipirina (paracetamemolo) poteva essere addirittura un aggravante del Covid perché la febbre nei primi giorni ha un ruolo positivo di contrasto al virus. Già nel 2021 erano disponibili monoclonali e altri farmaci (ankirna, baricitnib, sarilurnab) rimedi salvavita che, se usati nei primi giorni dell’infezione, erano efficaci. Non solo non furono raccomandati, ma rimasero
nei frigo degli ospedali come denunciarono vari medici. L’Istituto Mario Negri (prof. Remuzzi) aveva pubblicato uno studio che dimostrava il calo drastico (fino al 90%) dei decessi in pazienti curati con farmaci precoci sin dai primi sospetti, per cui si consigliava di non fare il tampone ma di intervenire subito perché la precocità era il fattore chiave.
Alfredo Cuffari della Federazione Italiana delle società medico scientifiche ha detto che “nessuno ha imposto di fare un trattamento rispetto ad un altro”. Un falso se si pensa alle decine di medici sospesi che avevano tentato altre cure anche perché la tachipirina abbassa la febbre ma non è un antinfiammatorio che era quello che creava il virus.
L’analisi dei morti per tutte le cause e classi di età è disponibile sul data base worldindata per i principali Paesi. I dati sono forniti dai vari Istituti statistici nazionali e quindi sono di assoluta affidabilità (i morti sono uno dei pochi dati oggettivi su cui non si può “barare”).
Dall’analisi è possibile per un tempo lungo (5 anni) vedere come la mortalità elevatissima nel 2020 (rispetto ad anni normali 2015-2019) era relativa soprattutto agli over 75 anni, i quali hanno contribuito per il 77% al totale dei decessi. Nel 2020 fu molto elevata ovunque ma in particolare negli Stati Uniti (+23%), Polonia (19%) e Italia (+17%).
Se si osserva però quella dei bambini e giovani fino a 14 anni la mortalità era non solo bassa ma molto inferiore a quella dei 5 anni precedenti, e si è mantenuta inferiore agli anni “normali” anche negli anni successivi. Invece le autorità hanno lanciato appelli allarmanti per tutti, senza rendersi conto che l’infanzia (qui intesa comprendente anche gli adolescenti) era più minacciata dalla paura, dai lockdown e dalla Dad che dal virus. Le stesse morti per Covid sono state un numero irrisorio (38 in Italia da 0 a 14 anni) quasi tutte di bambini e ragazzi che avevano già loro fragilità.