di Giacomo Di Giacomo. Pubblicato in Linkiesta del 7 marzo 2025.
Cominciò tutto, come accade spesso in questi casi, con qualche colpo di tosse più stizzoso degli altri, un doloretto, poi i crampi allo stomaco, gli esami di routine e i valori fuori norma. Qualcosa che non andava, qualcosa di brutto. Iniziò così il calvario di Maria Cristina Gallo, cinquantasei anni, insegnante di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. La sua, purtroppo, è una storia come tante: la storia di chi, all’improvviso, deve affrontare la battaglia più difficile, quella contro il tumore.
Maria Cristina, donna tenace, non si dà per vinta. E dà il via alla sua nuova routine, fatta di accertamenti, ulteriori esami, per capire la vastità del suo problema e calibrare la cura. Subisce un delicato intervento e fa anche un esame istologico, il prelievo di un campione di tessuto dal suo corpo – una neoformazione all’utero – un’indagine fondamentale per il suo percorso. In ospedale a Mazara le dicono di aspettare. Gli esami da fare sono tanti, il personale poco, il primario, poi, è andato da qualche giorno in pensione. Ma non si preoccupi, la rincuorano, l’esito arriverà. Questione di giorni. O questione di settimane. Passano invece mesi. Ne passano otto.
Otto mesi. Duecentoquaranta giorni. Tanto ci vuole per sapere, nella sanità pubblica siciliana, il referto di un esame istologico di primaria importanza. Un responso che arriva tardi, nonostante le sollecitazioni, e pure una lettera dell’avvocato. Il tumore è aggressivo, è già in metastasi. L’esame, dopo così tanto tempo, non serve più a nulla. Il tumore è addirittura al quarto stadio. Nel tempo che gli rimane, la signora Maria Cristina ha deciso di rendere pubblica la sua storia, denunciando pubblicamente la sua vicenda, svelando, ancora una volta, la fragilità della sanità siciliana e delle vite che dovrebbe proteggere. La denuncia dell’insegnante di Mazara apre il classico vaso di Pandora. Sono decine, centinaia, i siciliani che stanno nel limbo della sanità pubblica, aspettando mesi per i referti, vedendosi rimpallare di scadenza in scadenza per una visita specialistica.
sintesi di Alessandro Bruni
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