di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
Possiamo dialogare rispettandoci sia nelle idee che come persone. Si ammetterà che molte cose che ci sono state narrate per vere, si sono dimostrate pura propaganda (del resto i direttori dei giornali rispondono a chi li finanzia). Se vogliamo farci manipolare basta leggere media e tv mainstream, che da anni cercano di imbonirci (ben prima della guerra Ucraina/Russia che era in realtà una guerra USA-Russia).
Viviamo un’epoca di grandi cambiamenti (anche geopolitici, una Nuova Yalta?) che avrà notevole influenza anche su noi europei. Questa volta saremo esclusi (per nostri gravi errori) dal nuovo ordine internazionale. Ho spesso criticato Putin come nuovo “zar”, ha avvelenato oppositori e impedito si sviluppasse in Russia un libero confronto democratico. Mi auguro che prima o poi anche in Russia si sviluppi più libertà e diritti. Ma è facile capire le ragioni del consenso a Putin:
- il disastro provocato per 10 anni dalle politiche liberiste dei neocon americani dal 1991 al 2000;
- l’enorme crescita del tenore di vita da quando c’è Putin, cioè diritti sostanziali (lavoro, salario, welfare) e non formali e un aumento della speranza di vita da 65 a 71 anni (mentre in USA calava).
Né sono un fan di Trump e lo giudicherò sulla base dei fatti, ma non ho neppure pregiudizi, specie per un uno che dice di voler chiudere tutte le guerre.
Compito di questo blog credo sia dare ai lettori analisi oggettive di quanto sta accadendo, senza pregiudizi, senza fare sconti né a nuovi politici forti (Trump, Putin, Xi Jinping), né alla narrazione mainstream che vorrebbe le democrazie europee e i politici DEM USA difensori del BENE contro il MALE.
Da quando è crollata l’URSS (1991), il neoliberismo ha avviato un progetto di dominio planetario a colpi di soft power (cambi di regime) e di guerre contro chi si opponeva a questo disegno, guidato apparentemente dai politici (presidenti USA in primis), ma di fatto dalle élite finanziarie e dalle grandi company anglosassoni, che stanno sempre sul carro dei vincitori. Non ci piacciono i dittatori, ma neppure quelli che, dietro le false buone maniere, prendon ordini dalla finanza e dalle grandi company e che lavorano per addormentare il popolo col consumismo materialista e la propaganda.
Purtroppo l’Europa ha seguito come cagnolini gli americani neocon in questo progetto di dominio e guerre e ha stravolto tutte le speranze di una Europa umanistica in difesa dei suoi lavoratori. Oggi si trova del tutto orfana e nuda con l’arrivo di Trump, del quale possiamo dire tutto il male, ma non che sta facendo quello che aveva promesso. Come scrive Federico Rampini, che non è certo né putiniano né trumpiano, America First è uno slogan di tutti i precedenti Presidenti (Clinton, Bush, Obama, Biden), ma poi tutti si sono rivolti altrove, facendo guerre su guerre che hanno tutte perse. Trump è il primo che rispetta quanto detto: vuole chiudere le guerre, rendere più ricchi gli americani, disegnare un nuovo ordine mondiale in cui, come è sempre stato nella storia, i vincitori si accordano. A Yalta furono USA, URSS, Inghilterra. Oggi sono USA, Russia, Cina (e Trump vuole staccare un po' la Russia da Cina), come fecero Nixon-Kissinger nel 1972 aprendo a Mao, che favorì dopo 17 anni il crollo dell’Urss. Facile capire come si sposterà il tenore di vita nei prossimi 20 anni e inglesi ed europei lo sanno, da qui la guerra per la pace “giusta”.
Avevamo avvertito gli “europeisti democratici” che volevano sconfiggere il MALE (la Russia, così la dipinge il mainstream da 3 anni, spargendo russofobia, che era impossibile (lo disse meglio di noi il capo delle forze armate Mark Milley nel 2022). Che era saggio cercare subito la pace (come stava avvenendo a Istanbul nella primavera 2022), che è interesse dell’Europa dialogare con la Russia per ragioni economiche, storiche e culturali. Che solo dialogo, commerci, riconoscimento dei reciproci interessi aiuta a cambiare e non fare la guerra. L’abbiamo detto in mille modi. Purtroppo chi non si arrende alla realtà vuole continuare a farsi male, cioè continuare la guerra… per la pace “giusta” e il macello (degli altri però), che durerà, così dice Zelensky “molto, molto a lungo” e Trump risponde “quel tizio non vuole la pace”. Chi sosterrà il riarmo si farà male perché gli elettori europei (ma anche americani) sono contrari da sempre. La prossima puntata è che tutti i partiti di estrema destra (che sono contro il riarmo) abbiano una schiacciante vittoria. Purtroppo non stiamo combattendo, come ci voglion far credere, per alcuna libertà o diritti, ma solo per far parte di un “tavolo” dove chi si siede godrà dei prossimi guadagni.
L’élite europea dovrebbe prendere atto di una sconfitta storica, che anziché lavorare per la guerra, avrebbe potuto lavorare per la pace, nei suoi interessi e anche per i suoi valori. Ma prima si è sdraiata sulla politica guerrafondaia degli americani e ora, rimasta nuda, parla di riarmo dei nazionalismi a vanvera, forzando il patto di stabilità, usando i fondi russi congelati all’estero, racimolando i soldi non spesi del Pnrr e i fondi di coesione, riformando il mercato dei capitali per la felicità dell’industria bellica. Un modo per restare ancora più soli e sciocchi, gettando al vento gli ideali fondativi di pace e prosperità per tutti che sono il vero compito dell’Europa nel mondo, non di scimmiottare politiche guerrafondaie, proprio ora che gli Usa le dismettono.
Non ci rimane che sperare in un’altra Europa, quella della pace, forse più piccola e saggia, che non esporta armi, ma i suoi valori migliori (libertà sostanziali e non solo formali, welfare, fratellanza, eguaglianza) e pace (come dice il Papa) realizzandoli però, che significa tagliare via l’americanismo consumista che abbiamo fatto crescere negli ultimi 30 anni dentro di noi e migliorare noi stessi (che non stiamo proprio bene). Solo dialogo e incontro tra culture e popoli ci può salvare. Gli abitanti della Germania Est fecero crollare il muro quando si capì che volevano andare ad Ovest. Solo la pace e il dialogo (che è la missione spirituale dell’Europa nel mondo) potrà aiutare noi e il resto del mondo. Viceversa siamo condannati, riarmandoci, ad apparire al resto del mondo sempre più piccoli (saremo il 4,5% della popolazione nel 2050), insulsi come lo sono i ricchi e falsi, perchè parliamo di giustizia con doppi standard.
Un’ultima nota. Quando i russi rimasero intrappolati per il crollo del ponte Antonovsky che collega le due sponde del Dnipro (danneggiato dagli ucraini con un Himars americano), i russi comunicarono agli americani che se i loro soldati non potevano essere salvati attraversando il fiume con imbarcazioni di fortuna, avrebbero sganciato una piccola bomba nucleare. E gli americani accettarono. La Russia non potrà mai essere sconfitta con le armi. Per l’eternità. Solo con l’esempio, il dialogo e dimostrando coi fatti ai russi se la nostra società è meglio della loro. Ma su questo abbiamo tanto da lavorare e ci farebbero davvero comodo quegli 800 miliardi per scuola, sanità e altre cosucce, visto lo stato penoso e disastrato in cui ci siamo ficcati da soli.