di Eva Benelli. Pubblicato in Scienza in rete del 18 aprile 2025.
Adeguarsi alle «nuove, radicali e senza precedenti» richieste dell'amministrazione Trump, raccolte in una lettera dello scorso 11 aprile, oppure perdere i finanziamenti. Tra l'accettare di essere messa in una sorta di amministrazione controllata o perdere quasi tre miliardi di contributi federali, l'università di Harvard, come oramai sa tutto il mondo, ha scelto la libertà e l'autonomia, scatenando le peggiori ire presidenziali.
Come sempre quando qualcuno si oppone ai suoi voleri, Trump ha espresso la sua rabbia con una caterva di insulti: «Una barzelletta che insegna odio e stupidità» è probabilmente la formula più gentile con cui il presidente statunitense ha definito quella che viene considerata tra le prime, se non la prima, università al mondo.
La risposta del presidente Alan M. Garber si può leggere per intero sull' Harvard magazine, in chiusura dell'articolo che racconta nei dettagli quello che è successo. Vale davvero la pena di leggersela tutta. È una bella lettera: «Il nostro motto – Veritas, ovvero la verità – ci guida nel difficile cammino che ci attende.
Cercare la verità è un viaggio senza fine. Ci richiede di essere aperti a nuove informazioni e prospettive diverse, di sottoporre le nostre convinzioni a un esame continuo e di essere pronti a cambiare idea. Ci spinge ad affrontare il difficile compito di riconoscere i nostri difetti, così da poter realizzare appieno le promesse dell'Università, soprattutto quando tali promesse sono minacciate», ci dice Garber.
Un viaggio senza fine alla ricerca della verità e pronti a cambiare idea, c'è da avere paura di obiettivi così alti, ma assai maggior paura a scegliere di ignorarli. Harvard non l'ha fatto.
E siccome anche la forma è importante, Garber non dimentica la buona educazione e chiude con la formula classica delle lettere: «Sincerely». Cordiali saluti da Harvard.