Ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge per il risarcimento dei crolli del ponte Morandi, ma ha allegato una lettera indirizzata a Camera e Senato che segnalava degli aspetti di incostituzionalità. Fra questi, il distinguo tra i nati dentro e fuori dal matrimonio.
Non è la prima volta che questo governo tenta da una parte di indirizzare le risorse e dall’altra di contenere la spesa attraverso l’esclusione dai beneficiari dei figli nati fuori dal matrimonio. Ci avevano già provato con il Bonus Natale 2024, che inizialmente era previsto solo per i nati da coppie sposate e che hanno dovuto rivedere per lo stesso motivo, sia aumentando la spesa che modificando le linee guida in corsa.
Questo distinguo è sia incostituzionale, come nota il Presidente della Repubblica, che in contraddizione con la legge che dal 2013 (pochissimo!) equipara i figli e le figlie che prima si chiamavano “illegittimi” a quelli e quelle nate da una coppia sposata. Questa equiparazione è arrivata, come spesso accade nel nostro paese, più per riconoscere che per accompagnare i cambiamenti, perché i figli e le figlie nati fuori dal matrimonio sono sempre di più.
Nel 2023 i bambini e le bambine nate fuori dal matrimonio erano il 42,4%. Una tendenza che negli ultimi vent'anni è cresciuta: sempre di più il matrimonio non è considerato una condizione necessaria per avere dei figli. Questo, come spesso capita, è più vero in alcuni contesti che in altri: è più vero nei centri urbani, nelle regioni del Centro (dove si supera il 50% di nati fuori dal matrimonio), tra i genitori giovani e tra quelli che sono entrambi italiani, come ci dice l'Istat.
Viene da chiedersi: perché se è incostituzionale e in contraddizione con leggi esistenti il governo Meloni continua a insistere su questo tasto?
C’è un motivo economico: è un modo per provare a creare una gerarchia tra i potenziali destinatari di una misura e quindi di restringere la platea contenendo la spesa. È come il bonus mamme che viene erogato a dipendenti a tempo indeterminato che hanno tre figli: sono una manciata di mosche bianche che però permette al governo di dire che sostiene le madri. E poco importa che siano poche e privilegiate: è una misura che fatta così costa poco e si vende bene. C’è quindi anche un motivo ideologico e di consenso. Sono tutte misure che di fatto parlano a un elettorato più conservatore e ancorato a valori tradizionali.
Non ultimo, è un modo per promuovere un modello unico di famiglia ignorando i cambiamenti in atto nella società. Uno dei tanti modi in questo governo sta affermando e ribadendo questo messaggio, che si esplica anche in altre politiche come per esempio nel piano per la famiglia della Ministra Eugenia Roccella.