di Rocco Ronchi. Pubblicato in Doppio zero del 16 maggio 2025.
L'articolo di Rocco Ronchi riassume il pensiero di Massimo Recalcati espresso nel suo libro "Il vuoto e il fuoco. Per una clinica psicoanalitica delle organizzazioni". Recalcati considera le istituzioni come soggetti collettivi con un proprio inconscio, sintomi e possibilità di cura, rendendo doveroso analizzarle psicoanaliticamente, soprattutto nei momenti di crisi quando il loro "inconscio" si manifesta.
L'articolo ripercorre la critica alle istituzioni degli anni '60 e '70, percepite come repressive (il "discorso del padrone" lacaniano), in contrasto con il desiderio di liberazione individuale. Tuttavia, la crisi delle istituzioni culmina paradossalmente con l'affermazione del neoliberismo, che esalta la libertà del singolo a scapito dello "Spirito oggettivo" hegeliano, con il "discorso dell'isterica" che diventa senso comune.
Ronchi introduce poi l'analisi di Recalcati sul "cyberlibertarianism" e sulla figura dell'"Unico" stirneriano, un soggetto che rifiuta ogni categorizzazione e la cui libertà sfocia nel capriccio e potenzialmente nel crimine, negando la verità scientifica e la storia.
In contrapposizione a questa deriva individualista, Recalcati, con un "amore commovente" per le istituzioni, propone una "clinica psicoanalitica delle organizzazioni" ispirata a Lacan ed Esposito. L'obiettivo è tenere insieme la struttura impersonale dell'istituzione con il "fuoco" del desiderio che la anima. Per Recalcati, le istituzioni sono neg-entropiche e per mantenerle "sane" è necessario che il movimento generativo non si arresti e che il "vuoto centrale" (ripreso dallo strutturalismo lacaniano e dal Tao Te Ching) rimanga tale, permettendo la sospensione regolata del Codice del Padre per alimentare il desiderio.
Esposito introduce la "potenza della negazione" stirneriana come motore dell'affermazione e del buon funzionamento istituzionale. Recalcati aggiunge ai quattro discorsi lacaniani il "discorso della testimonianza" come caratteristica della leadership sana, che si svuota della propria identità per generare una tradizione vivente.
L'articolo conclude interrogandosi se questa operazione teologico-dialettica riesca realmente a salvare le istituzioni dalla critica radicale dell'anarca stirneriano, dato che le premesse metafisiche (finitezza, trascendenza, contingenza, libertà come negazione) sembrano condivise anche da Recalcati, Esposito e Nancy. Ronchi suggerisce che forse solo problematizzando radicalmente queste premesse si potrebbe rispondere all'invito di Recalcati a far "respirare bene" le organizzazioni e liberarle dal loro "fantasma identitario".
sintesi di Alessandro Bruni con l'aiuto di Gemini
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