di Andrea Gandini. Economista, analista del futuro sostenibile.
L’Italia come spiegano tutte le agenzie indipendenti (Banca d’Italia, UpB,…) e gli esperti ha un enorme fabbisogno di manodopera straniera (circa 200mila all’anno), dovuta al calo demografico, ai pochi giovani nati ma anche al loro cambiamento culturale per cui evitano fare lavori “sporchi, brutti e cattivi”. Nessuno vuole gli immigrati illegali per cui il Governo (da anni) emana flussi legali (quest’anno 185mila) che però si traducono in arrivi effettivi solo in un caso sui 4 programmati (25%). Anche quest’anno succede così.
In agricoltura lavorano circa un milione di addetti ma il fabbisogno di immigrati aggiuntivi in estate è stimato da Coldiretti in 100mila all’anno. A novembre scorso sono partite le richieste: 42% per il Marocco, 28% India, 9% Bangladesh e 21% per altri paesi, per un totale di 33mila richieste. Quelli arrivati sono solo 8mila (24%) com’era avvenuto negli anni passati. Ogni anno c’è un problema nuovo. Quest’anno il Marocco è stato inserito nella lista “paesi non sicuri”, per cui le domande fatte a Rabat sono state quasi tutte bloccate.
Il click day è stato fatto a febbraio ma sono arrivati, come al solito, in pochissimi specie dai paesi come Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka considerati “a rischio” (non si capisce di cosa). Già è complicato per un imprenditore assumere un immigrato che non ha mai visto, poi la burocrazia fa il resto.
Ciò significa che continuano a lavorare immigrati illegali presenti da anni in Italia (forse 2 milioni). Nell’Agro Pontino su 15mila metà sono in nero con grande vantaggio per le imprese che, d’altro canto, protestano per il mancato arrivo mettendo a rischio il raccolto in molte zone. Il paradosso è che molti illegali presenti in Italia sono entrati con regolare permesso di soggiorno ma poi sono rimasti senza lavoro e sono finiti nell’illegalità per l’assenza di quote di conversione. Magrini, responsabile lavoro della Coldiretti, propone una cosa di buon senso: regolarizzarli e assumerli nell’interesse delle imprese e loro…ma nulla succede.
Gli immigrati sono il più potente tema che fa vincere le destre. Farage nel Regno Unito ha un solo punto nel suo programma elettorale (immigrati zero) e ha già raggiunto nei sondaggi il Labour, per cui il primo ministro laburista inglese Starmer sta facendo una politica restrittiva sull’immigrazione (di cui pure ha bisogno), come tutta Europa e come fa Trump. Il tema è al calor bianco anche negli Stati Uniti dove i MAGA, il movimento che sostiene Trump non li vuole, anche al fine di aumentare i salari dei “bianchi”. Il fatto è che l’America è per definizione un paese di immigrati e tutte le grandi multinazionali hanno ormai il 40% dei loro addetti immigrati. E’ stato uno dei motivi dello scontro tra Musk e Trump. Non è ancora chiaro come la cosa andrà a finire in America e come sia possibile per Europa e Usa svilupparsi senza immigrati. Lo stesso Ufficio Nazionale demografico americano stima al 2050 una forte riduzione di abitanti per l’Europa ma un incremento negli Stati Uniti di altri 35 milioni di abitanti, quasi tutti nuovi immigrati. Gli ingressi annui sono di oltre un milione tra regolari e illegali da almeno 25 anni e nel 2023 sono saliti a 2,5 milioni.
Nessun paese è mai riuscito in passato a crescere senza immigrati quando si è trovato in carenza di manodopera nativa. C’è chi pensa che le automazioni create dalla prossima Intelligenza Artificiale risolveranno il problema, altri dicono invece che non si ridurranno i lavori manuali non qualificati e non sarà possibile sostituirli con robot, semmai ciò succederà alle professioni qualificate.
Di certo c’è che manca una qualsiasi capacità dell’Italia (ma anche di altri paesi) ad organizzare flussi legali regolari. C’è anche chi dice che ci sono piani prestabiliti, come l’attuale guerra in corso di Israele verso l’Iran, per destabilizzare il Medio Oriente, non solo per far fuori un nemico, ma anche per attivare imponenti flussi immigratori verso l’Europa, favorendo così le destre e indebolendo il progetto di una Europa unita. E’ avvenuto anche con l’Iraq, Libia, Siria e altri interventi armati al fine di cambiare i Governi (Regime change), ma potrebbe essere solo una coincidenza.
Comunque una ragione in più per stare dalla parte della pace, specie per l’Europa e nel suo interesse.