di Adriano Cattaneo. Pubblicato in Sanità Internazionale del 12 febbraio 2025.
Esiste un serio allarme riguardo la crescente diffusione dei Cibi Ultra-Processati (CUP) e i loro devastanti effetti sulla salute umana. Nonostante 15 anni di prove scientifiche crescenti che collegano i CUP a danni significativi per la salute, il loro consumo continua ad aumentare a livello globale, raggiungendo percentuali preoccupanti in paesi come USA (60%) e Regno Unito, e purtroppo anche in Italia (17% negli adulti, 26% nei bambini).
Proposta nel 2009 ed oggi sostenuta dalla maggioranza dei ricercatori in campo alimentare, si è affermata la classificazione NOVA che distingue gli alimenti in quattro categorie:
- Non processati o minimamente processati: cibi naturali (carne, frutta, verdura).
- Ingredienti culinari processati: usati per cucinare (oli, zuccheri, sale).
- Cibi processati: combinazioni semplici dei primi due gruppi (pane, pasta, formaggi).
- Cibi Ultra-Processati (CUP): prodotti industriali con moltissimi ingredienti (spesso eccesso di zuccheri, sali, grassi e additivi), sottoposti a vari trattamenti fisici/chimici (es. bibite zuccherate, merendine, piatti pronti).
Una vasta mole di ricerche ha dimostrato un'associazione tra l'aumento dei CUP nella dieta e ben 32 condizioni patologiche, tra cui vari tipi di cancro, problemi di salute mentale, malattie cardiovascolari, respiratorie, gastrointestinali e obesità, oltre a un aumento della mortalità complessiva. Un significativo studio condotto in Molise su oltre 22.000 persone ha evidenziato un aumento del 58% della mortalità cardiovascolare e del 26% della mortalità per tutte le cause negli individui con alta percentuale di CUP nella dieta.
Si sospetta inoltre che i CUP possano creare dipendenza, con meccanismi simili a quelli di sostanze come lo zucchero e l'alcol.
Nonostante le obiezioni (spesso da parte di chi ha conflitti di interesse) sulla natura osservazionale di molti studi, l'autore sostiene la solidità delle prove di causalità, anche alla luce dei criteri di Bradford Hill. Un importante trial randomizzato del 2019 del National Institute of Health (USA) ha rafforzato questa tesi: 20 soggetti, internati e monitorati, hanno consumato circa 500 kcal in più al giorno con una dieta a base di CUP rispetto a una dieta non-CUP, portando a un aumento di peso. Questo suggerisce che i CUP, grazie a esaltatori di sapore e maggiore densità energetica, portano a un consumo eccessivo e all'aumento di peso.
L'invasione dei CUP è favorita dalle stesse strategie usate dall'industria del tabacco: pressione su governi, inquinamento delle prove scientifiche, tattiche di distrazione, conflitti di interesse, ostacoli a leggi e regolamenti, e un marketing onnipresente. A ciò si aggiunge il fatto che i CUP sono spesso più economici e pratici da consumare, rendendoli particolarmente diffusi tra le fasce più povere della popolazione.
Concludendo di fronte a questa "invasione inarrestabile", vengono proposte diverse contromisure urgenti:
- Controllo e divieto del marketing, specialmente quello rivolto ai bambini (ricordando che anche il latte artificiale è un CUP).
- Segnali di allerta ben visibili sulle confezioni dei CUP (come gli ottagoni neri in Cile).
- Divieto di vendita e consumo di CUP in luoghi pubblici (scuole, ospedali).
- Tasse pesanti sui CUP (come la "sugar tax") e uso dei ricavati per sussidiare cibi sani.
- Promozione di "meal kits" intermedi sani, veloci da preparare e a costi accessibili, per competere con i CUP.
sintesi di Alessandro Bruni su base Gemini
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