di Marco Stamegna, Paolo Maranzano, Sara Mombelli. Pubblicato in Sbilanciamoci del 16 giugno 2025.
Il conflitto russo-ucraino ha profondamente influenzato l'Unione Europea, con un impatto particolarmente marcato sui paesi dell'Europa orientale. Questi ultimi, percependo una minaccia diretta dalla Russia, hanno intrapreso un'accelerazione nel riarmo, aumentando significativamente la spesa militare, gli acquisti di armamenti e il rafforzamento dei propri eserciti nazionali. La Polonia, in particolare, è diventata un attore chiave in questo processo, superando la Francia per numero di personale militare e destinando la quota più alta del PIL alla difesa tra i paesi NATO.
L'Evoluzione della Spesa Militare
Dal 2000 al 2014, la spesa militare in rapporto al PIL era diminuita in Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia, mentre la Polonia ha mantenuto una quota stabile. Tuttavia, con l'inizio del conflitto in Ucraina nel 2014 e soprattutto con l'invasione russa del 2022, si è assistito a un'inversione di tendenza. La spesa militare è cresciuta costantemente, con la Polonia che nel 2023 ha raggiunto il 3,3% del PIL, superando anche gli Stati Uniti. Le previsioni indicano un ulteriore aumento per la Polonia, avvicinandosi al 5% proposto da Donald Trump. Questa crescita è imponente e segna un netto cambio di passo rispetto all'Europa occidentale.
Oltre la Spesa: Acquisto di Armi ed Equipaggiamenti
Oltre all'aumento della spesa generale, i paesi dell'Europa orientale hanno superato ampiamente la "regola del 20%" della NATO, destinando una quota significativa della loro spesa militare all'acquisto di armi ed equipaggiamenti. La Polonia, l'Ungheria e la Slovacchia hanno registrato picchi superiori al 40%. Nel 2023, la spesa complessiva in armi ed equipaggiamenti di Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca ha superato quella della Germania.
Le Implicazioni del Riarmo
Il riarmo dell'Est Europa riflette una chiara volontà di rafforzare il fianco orientale della NATO e indica un cambiamento strutturale verso economie più orientate alla produzione bellica. Questo processo, sebbene giustificato come deterrenza, rischia di alimentare una corsa agli armamenti a livello continentale, aumentando le tensioni e compromettendo i principi di cooperazione pacifica dell'integrazione europea. L'aumento della spesa militare può infatti avere ripercussioni negative sulla capacità produttiva manifatturiera civile, sui sistemi di welfare, sulla distribuzione dei redditi e sulla qualità delle istituzioni democratiche.
Le Ambizioni della Polonia e le Incognite Future
La Polonia, sotto il primo ministro Donald Tusk, ambisce a diventare la principale potenza militare dell'UE, puntando a un esercito di 500 mila uomini e a un incremento esponenziale degli investimenti in difesa. Questa ambizione si riflette anche in un significativo aumento delle esportazioni e importazioni di armamenti. L'ascesa del candidato di estrema destra Karol Nawrocki alle elezioni presidenziali polacche introduce, tuttavia, elementi di incertezza sulle future politiche di difesa.
Concludendo, la militarizzazione dell'Europa orientale, guidata in gran parte dalla Polonia, sta ridefinendo i rapporti geopolitici regionali e spingendo l'intera UE verso una traiettoria che rischia di compromettere il progetto originario di pace e cooperazione.
sintesi di Alessandro Bruni su base Gemini
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