Da dove nasce il recente odio americano nei confronti dell’Europa? È un sentimento genuino alimentato dall’insensata guerra commerciale trumpiana? O è un’avversione dettata dallo spirito del tempo e dall’imperante algoritmo che sui social e in politica premiano sempre e comunque rancore e risentimento, fino ad aver conquistato ogni aspetto della vita pubblica e sociale? Io credo alla seconda ipotesi.
Detto questo, non credo che l’odio trumpiano nei confronti degli europei sia la conseguenza del mancato rispetto del due per cento del prodotto interno lordo da destinare alla spesa militare. Penso, invece, che oggi l’odio sia l’unica moneta contante nel dibattito pubblico, cosa che Trump sa benissimo e sfrutta al meglio. La cultura popolare dominante oggi si basa sul malanimo, sul farla pagare a qualcuno. Tutto è odio, tutto è rancore e risentimento, tutto è ingegnerizzato dagli algoritmi per far emergere l’astio, e lo sdegno.
L’odio fertilizza il livello infimo del discorso pubblico italiano e non solo, e perfino le rabbiose prese in giro dei tifosi delle squadre di calcio che perdono una partita non sono più divertenti come una volta.
Qualcosa bisognerà pur fare. Sì, ma che cosa?
sintesi di Alessandro Bruni
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