Dato l'argomento, questo docu-post deve portare ad una conclusione non “terminale”, ma di percorso umano che sia di speranza per una vita migliore, che sia anche di riflessione antropologica sul vivere con la vecchiaia ed infine che sia di consapevolezza medica di avere ancora molta strada da fare per rendere più umano e dignitoso l'ultimo viaggio. E' dalla dignità, data e ricevuta, che si apre tutto il mondo dell'avere cura, anche verso un "fare senza mani", ove anche il più piccolo gesto, la più piccola parola, diventano finalmente protagoniste dell'umano affrontare la soglia.
Indice dei post scelti per argomento da Madrugada blogs
- Senilità e società: demografia, diritti, politiche
- Invecchiamento, un processo vitale rifuggito
- Invecchiamento attivo per sé e per gli altri
- Lavoro di cura: operatori e caregiver familiari
- Luoghi di cura per anziani: una possibilità o una necessità?
- Morire con dignità
- Conclusioni tra fonti, speranza, antropologia e medicina
Speranza
Cosa c'è di là. L’inno alla vita di Redazione di RAI News- Storia, pubblicato il 9 febbraio 2023. Presentazione del libro di Enzo Bianchi, Cosa c’è di là. Inno alla vita, Ed. Il Mulino, Bologna 2022. Per l’uomo occidentale la morte è il “fiore nero” per dirla con Hegel. Ma anche nel nostro contesto sociale, nonostante la contemporaneità ci offra immagini di morte devastanti (dalla pandemia alla guerra in Ucraina fino ai terremoti e alle catastrofi), il...
Gli anziani italiani nel prossimo ventennio di Gianpiero Dalla Zuanna e Chiara Gargiulo. L’incremento del numero degli anziani in Italia è impressionante. Dall’inizio del secolo al 2017, gli ultrasettantenni sono passati da sette a dieci milioni e, secondo le previsioni dell’Istat, nel 2042 dovrebbero diventare quindici milioni. Come sarà possibile garantire a tutte queste persone un’adeguata assistenza sociale e sanitaria? È infatti ricorrente l’idea che l’invecchiamento della popolazione proceda di pari passo con l’incremento delle persone che vivono da sole, che non potranno...
Come invecchieremo in futuro? di Melanie Schell. Viviamo sempre più a lungo. Secondo gli esperti, una persona su due della Generazione Z, ossia dei nati intorno all’anno 2000, riuscirà a raggiungere l’età di 100 anni. Quali saranno le ripercussioni sulla nostra società? Come invecchieremo in futuro? Quali innovazioni tecnologiche ci aiuteranno a vivere più a lungo in piena libertà di scelta? A queste e ad altre domande risponde la prof. Sabina Misoch, gerontologa. Dal punto di vista sociologico, la vecchiaia inizia con il passaggio dalla vita professionale al pensionamento, di regola all’età di 64 o 65 anni. Dal punto di vista scientifico, invece,...
Il doppio volto della solitudine di Michele Ribolsi. La solitudine aiuta a crescere nella misura in cui consente il confronto con l’altro. Essere soli implica acquisire consapevolezza di sé stessi, dell’autenticità dei propri desideri e delle proprie aspirazioni, indipendentemente dai condizionamenti dall’altro. Impresa non semplice e, anzi, piuttosto coraggiosa, dal momento che l’omologazione dei bisogni e delle vocazioni rappresenta una norma universale che schiaccia le singolarità soggettive. In tal senso, la solitudine, nel suo significato più autentico, rappresenta un’opportunità maturativa ed evolutiva....
Antropologia da Marc Augé (Il tempo senza età. Cortina Editore, 2014, pagg. 103-104 e 88).
Il tempo in cui è immersa l'età avanzata non è costituito dalla somma accumulata e ordinata degli avvenimenti passati. E' un tempo, diciamo, palinsesto: non è che si ritrovi sempre quello che vi è annotato e, anzi, capita che gli scritti più vecchi siano i più facili da riportare alla luce.
Il morbo di Alzheimer è solo l'accelerazione di un processo naturale di selezione operato dall'oblio, al temine del quale risulta che le immagini più tenaci, se non le più fedeli, sono comunque spesso quelle che risalgono all'infanzia. Che ce ne si rallegri o che lo si deplori – questa constatazione ha un lato crudele – bisogna ben ammetterlo: tutti muoiono giovani.
[...]
Si dice che la solitudine sia uno dei mali più crudeli dell'età avanzata: in effetti, più il tempo passa più si sciolgono, o almeno si allentano, quei legami che ci tenevano ancorati alla riva. Il pensionamento, a cui tuttavia alcuni aspirano, impone e crea di colpo una distanza dalle famigliarità quotidiane, una distanza che può inquietare tanto è forte la sua somiglianza con una specie di morte. Eppure a volte si celebra quell'avvenimento con una cerimonia che evoca un servizio funebre, con i suoi discorsi, i fiori e la sincera emozione di qualcuno.
Il problema della solitudine che l'età comporta sta nel fatto che essa non soltanto si impone come evidenza intima, ma anche come evidenza esteriore: gli altri tradiscono, disertano, si ritirano, sprofondano nelle malattia o muoiono.
Non si può invecchiare a lungo senza vedere molti amici cari allontanarsi o scomparire. Il peggio è che ci si abitua. O almeno, che sembra ci si abitui, come se, non per indifferenza ma bensì per pudore, si rifiutasse di considerare abominevole quella sorte che sappiamo essere comune. Parimenti, esiste anche un'indifferenza crescente nei confronti della storia attuale, nei confronti degli altri, persino dei più caro.
Medicina da Lancet Commission 2022.
La storia del morire nel XXI secolo è il riflesso di un paradosso contraddittorio: mentre molte persone vengono curate in modo eccessivo negli ospedali e nelle istituzioni mediche, molte altre non vengono curate, morendo per condizioni evitabili, senza accesso ai farmaci di base.
La morte e il morire si sono spostati dall’ambito familiare e comunitario a quello dei sistemi sanitari. I trattamenti inutili o potenzialmente inappropriati in questo contesto continuano generalmente fino alle ultime ore di vita, in questo modo il morire diventa qualcosa di sconosciuto e si perdono competenze, tradizioni e conoscenze che da sempre hanno accompagnato il lutto ed il ricordo.
Si investono ingenti somme di denaro per allungare drasticamente la vita e persino per tentare di raggiungere l’immortalità per una piccola minoranza, mentre allo stesso tempo viviamo in un mondo in cui ampie fasce della popolazione soffrono per carestie evitabili o muoiono per fattori prevenibili.
La morte e il processo del morire devono essere riconosciuti non solo come normali, ma come “preziosi”. L’assistenza ai morenti e alle persone in lutto deve essere riequilibrata e le persone di tutta la società sono chiamate a rispondere a questa sfida.
Riprogettando radicalmente un sistema migliore per accompagnare il processo della morte, la Commissione ha definito cinque principi di un’utopia realistica:
- I determinanti sociali devono essere affrontati e presi in considerazione in ogni situazione di morte, nel processo di morte e nel lutto.
- La morte va intesa come parte di un processo umano, relazionale e spirituale di grande importanza, piuttosto che come un semplice evento fisiologico.
- Le reti di assistenza sociale devono guidare e sostenere le persone nei processi di fine vita e/o di lutto.
- Le conversazioni e le storie sulla morte quotidiana, sul morire e sul lutto devono entrare a far parte di una comunicazione profonda tra le persone, le loro famiglie e le équipe di accompagnamento e non vanno nascoste o silenziate.
- Al processo del morire viene riconosciuto un “valore” in sé, molto importante per la persona e per il suo ambiente familiare e sociale.
- I sistemi sono in continua evoluzione e molti programmi incoraggiano un riequilibrio del nostro rapporto con la morte, il morire e il lutto. Le comunità in diverse aree geografiche stanno sfidando le norme e le regole sull’assistenza ai morenti e modelli di azione cittadina e comunitaria, come le comunità compassionevoli, stanno emergendo con grande rilievo.
I cambiamenti nella politica e nella legislazione stanno riconoscendo l’importanza di questi problemi e supportano la disponibilità di farmaci per la gestione del dolore nel fine vita. Gli ospedali stanno cambiando la loro cultura per riconoscere e affrontare i processi di morte in modo più ampio. I sistemi sanitari stanno iniziando a lavorare in collaborazione con i pazienti, le famiglie e le organizzazioni su questi temi e a inserire l’assistenza olistica ai morenti in tutti i servizi sanitari.
Indice dei post scelti per argomento da Madrugada blogs
- Senilità e società: demografia, diritti, politiche
- Invecchiamento, un processo vitale rifuggito
- Invecchiamento attivo per sé e per gli altri
- Lavoro di cura: operatori e caregiver familiari
- Luoghi di cura per anziani: una possibilità o una necessità?
- Morire con dignità
- Conclusioni tra fonti, speranza, antropologia e medicina