di Alessandro Bruni.
Con questa pagina iniziamo a ricordare quanto abbiamo scritto tre anni fa. Non tanto una scelta narcisistica, quanto per una analisi critica di come eravamo e che cosa ci sembrava importante. Tre anni sono tanti nell'era digitale e il nostro blog è via via notevolmente cambiato mettendo sempre più attenzione alle attività di servizio alla conoscenza nel mondo solidale.
Sceglieremo pochi post, massimo sette nell'arco di un mese, che con logica d'oggi ci sembrano più utili a rimarcare il tempo che passa e lo scorrere di importanza delle cose. Nulla di retorico, un semplice sfogliare ogni mese l'album di famiglia per accendere il ricordo.
segnalati dal blog di Madrugada di febbraio 2018
- Sindrome Nimby? I lumi della ragione nell’età dell’oscurantismo La stampa italiana attribuisce alla “sindrome Nimby” – not in my backyard, non nel mio giardino – una parvenza scientifica, oggettiva: sindrome psicologica, male da curare, Nimby si ripresenta presso le popolazioni residenti ogni volta che opere infrastrutturali o progetti di grande impatto ambientale insidiano i loro ambienti di vita. La patologia si manifesterebbe con un carattere psicologico morboso: la difesa della propria casa, territorio, comunità. Segni retrogradi di egoismo, di mancanza di senso civico e di disinteresse per l’interesse generale. Nel dibattito sulla carta stampata, il nucleo del problema Grandi Opere sarebbe proprio... Read more →
- La rivoluzione dei sacchetti Istruzioni per la rivoluzione (in occasione dei cinquant'anni del Sessantotto) Vomitare tutta la rabbia, la protesta, l'indignazione in un sacchetto del supermercato. Chiudere bene. Pesare. Recarsi alla cassa. Pagare. Tornare a casa. Accendere la televisione. "Con la televisione, il popolo si è trasformato in pubblico. E il pubblico è un tifoso, non è molto preparato, soprattutto sui problemi che poi lo riguardano, vota da casa, applaude, si indigna e poi va a dormire": (Paolo Rossi) Piergiorgio Paterlini da http://paterlini.blogautore.espresso.repubblica.it/ Read more →
- Perché sperare in un paese ingovernabile Visto che non può vincere il meglio, l’importante è che non vincano i peggiori. Se poi, come probabile, le elezioni non le vincerà nessuno, l’Italia sarà senza governo. Ma non sarà la fine del mondo, anzi, forse è proprio questo il meglio che possiamo aspettarci. Ma tu per chi voti? Me l’hanno domandato almeno dieci volte in queste ultimi giorni. Compresa mia figlia Amelia, 23 anni, appena tornata da Roma per una breve vacanza tra un esame e l’altro: “Così papà mi spieghi”. Non so bene cosa riuscirò a raccontarle. So però di essere in buona compagnia: mi pare siano... Read more →
- I preti operai: una soluzione o un problema? In passato la Chiesa si è mostrata piuttosto contraria al lavoro manuale dei preti. Ma forse sarebbe più congruo, nella linea di quanto ci presenta anche l'apostolo Paolo, che i preti lavorassero, realizzassero un lavoro di tipo materiale per essere concretamente nel mondo. Un prete diventa operaio non per portare la gente dentro la Chiesa stessa, ma per un annuncio che cambia la stessa Chiesa proprio nell’incontro con il diverso; assumendo il linguaggio dell’altro, la situazione di vita, spogliandosi delle proprie categorie storiche clericali, assumendo il simbolico comprensibile all’altro mentre resta fedele al sogno di Dio in Gesù ed al... Read more →
- Pierfrancesco Favino emoziona Sanremo PierFrancesco Favino ha fatto sobbalzare chi sonnecchiava sul divano guardando la finale di un lunghissimo Festival di Sanremo. (per vedere il video clicca sull'immagine sopra) L’attore, sorpresa per l’Ariston (ma non per chi frequenta le sale cinematografiche e i teatri), ha interpretato uno straniero “preso a calci” da qualunque parte vada, senza patria, senza una casa da sentire sua. Tratto da La notte poco prima della foresta di Bernard-Marie Koltès, storia di estraneità e di esclusione, appena andata in scena all’Ambra Jovinelli di Roma. Recitato in un crescendo di emozione, fino ad avere le lacrime agli occhi, il monologo di... Read more →
- Antifascismo 2.0. Il fascismo cammina su due gambe: la violenza e il militarismo. Dunque l’antidoto è fatto di nonviolenza e antimilitarismo. Basterebbe rileggere “Antifascismo tra i giovani” di Aldo Capitini per superare d’un balzo la tristissima polemica sul come esprimere lo sdegno dopo la strage di Macerata. Ricondurre la questione fascista all’agibilità della piazza da contendere a gruppuscoli di energumeni nazistoidi, ci ributta indietro di quarant’anni. L’estremismo nero anche allora era manovrato da poteri eversivi che hanno condizionato pesantemente la storia del nostro Paese (da piazza Fontana a Ustica). Il fascismo che sta riemergendo e che ci deve seriamente preoccupare non è... Read more →
- Nuovi volti in parlamento Mi piace andare a sfogliare le vecchie cronache e così ho trovato un articolo davvero gustoso datato 2013, un anno in cui siamo andati a votare, proprio come ci capita tra 20 giorni. Negli ultimi tempi i giornali sono stati ricchi di notizie sui candidati, su quanti erano proposti, su quanti si autoproponevano, su quanti si sentivano esclusi. Noi italiani non siamo mai stati molto forti in storia, ma in storie non ci batte nessuno. Ho trovato su Madrugada n. 90 del giugno 2013 questo articolo di cui vi propongo la lettura. Non per gettare il peso della verità sui... Read more →
segnalati dal blog di Madrugada di gennaio 2018
- L’ora della ragione “Prima di pensare a cambiare il mondo, fare le rivoluzioni, meditare nuove costituzioni, stabilire un nuovo ordine, scendete prima di tutto nel vostro cuore, fatevi regnare l'ordine, l'armonia e la pace. Soltanto dopo, cercate delle anime che vi assomigliano e passate all'azione”. (Platone) Nelle elezioni parlamentari del 4-5 Marzo 2018 il mio voto sarà per i candidati e per le liste del Partito Democratico (PD), così come nelle elezioni regionali della Lombardia sarà per Giorgio Gori e per la lista dello stesso PD. E’ naturale che questa scelta non sia da considerare sorprendente, visto che sono iscritto al partito fin... Read more →
- Rileggere Danilo Dolci Danilo Dolci è stato un sociologo, educatore, scrittore e attivista della non-violenza. Fin dagli anni '50 Danilo Dolci ha saputo costruire una rete di collaboratori, intellettuali e non, che si sono interrogati in profondità sul senso del comunicare e sulle sue implicazioni sociali, politiche e quindi umane. Ha svolto un’attiva opera di assistenza sociale nelle aree depresse del Mezzogiorno. Di lui Erich Fromm ha detto: “Se la maggioranza degli individui non fosse così cieca davanti alla vera grandezza, Dolci sarebbe ancora più noto di quello che è. È incoraggiante tuttavia il fatto che sono già molti coloro che lo capiscono:... Read more →
- E se fosse una “zinghera” L’insegnamento di don Milani, in una scuola di provincia. Nella periferia, un tempo operaia, della provincia. In questa periferia abita la piccola, ma significativa comunità sinta della città. Con gli anni ho imparato che non ci sono molte certezze con i nomadi. 6,30 della mattina del primo giorno di scuola, squilla il telefono. Marcello, a che ora esce di scuola oggi Kevin? Escono tutti all’una e un quarto, dopo la mensa. Anche Kevin? Certo, anche lui… tutti. Ci vediamo dopo? Sì, dai. Ciao. Poi Kevin a scuola non si vede, ma non c’è niente di strano. Nel territorio del mio... Read more →
- Il sogno di un’altra scuola Hanno quindici, sedici anni. Arrivano da ogni parte del mondo. Quando entrano in aula, per salutarti si mettono la mano sul cuore, come se avessero fatto goal. E, al termine della lezione, ti danno il bacetto sulla guancia. Anime candide? Certo che no: alcuni di loro potrebbero aver già visto usare il coltello, non solo a tavola. Questi adolescenti arabi, afghani, bengalesi, africani, sanno distinguere i buoni dai cattivi e si regolano di conseguenza. L’Italia, una secolare idea linguistica che poco più di centocinquant’anni fa è diventata vera, li chiama all’appello: Mohamed, Ivan, Alì, Gabriel… Se ci siete, battete un... Read more →
- I padri sono ancora necessari? Oggi è difficile “essere” padre. Non è un problema di biologia, ma di costruzione individuale e psico-sociale. Viviamo un tempo senza età, nel quale allo scorrere degli anni non corrisponde l’assunzione di ruoli e di responsabilità individuali. Tra maternità e paternità esiste una grande differenza in termini di senso del tempo e dell’età. La donna ha il limite temporale della menopausa, mentre l’uomo ha una andropausa lenta, per cui si illude di essere sempre il ragazzo di un tempo e che non c’è fretta per assumersi la responsabilità di un figlio. Inoltre, il desiderio di paternità degli uomini deve fare i conti con quello di maternità delle donne, che è e rimane prioritario rispetto alla disponibilità maschile sia sul piano dell’intimità di negoziazione della coppia, sia legalmente. Dunque, biologia, relazione di coppia e società non aiutano certamente il desiderio e l’assunzione del ruolo genitoriale da parte maschile, tanto che Lacan parla di paternità “evanescente” come tratto caratteristico della società occidentale contemporanea. Questa evanescenza ha origini lontane. I padri, in genere anche oggi, non si occupano dei bambini piccoli quanto le madri e, quindi, non influiscono più di tanto nelle loro reazioni formative. Read more →
- Se la ricerca di consenso produce il conflitto Cominciamo dal riconoscimento dello status di rifugiato. Le commissioni che lo decidono sono assai composite: si va dagli esponenti della prefettura ai membri dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, fino a quelli di nomina comunale (in Emilia R. spesso del Pd, in Veneto spesso della Lega). Ma le audizioni sono individuali: si può immaginare quanto discordi finiscano per essere i pareri, che diventano una specie di lotteria a chi trova il funzionario più preparato o meno pregiudizialmente ostile. Se la risposta è positiva (circa un terzo delle domande) tutto bene, e il richiedente asilo può entrare in un percorso di inserimento, lavorare e non pesare più sulla pubblica assistenza (che, per quanto basata in buona parte su fondi europei, ha comunque un costo). Se la risposta è negativa (talvolta ingiustamente, data la soggettività dei criteri) si può ricorrere in appello. In secondo grado, non di rado, il giudice ribalta le decisioni prese dalle commissioni. Anche per questi richiedenti dovrebbe dunque iniziare lo stesso iter dei loro colleghi riconosciuti in primo grado. Read more →
- Solo chi ha sofferto è credibile Nel mezzo di Corso Palladio a Vicenza fui avvicinato da una ragazza dolce e carina, alla quale non esitai un istante a dare l’obolo richiesto per il tempio indiano. Con mia sorpresa ne seguì l’invito per il pranzo e la cena: cibi vegetariani, atmosfera amichevole. Fu così che mi trovai per la prima volta a deporre le scarpe all’ingresso di un tempio indiano e a partecipare alla cerimonia rituale con la danza sacra e la simbolica rosa, che, passata di mano in mano, l’officiante (una donna) depose alla fine nelle mie. Il cibo offerto era veramente buono, ben diverso da quello piccante e a me indigesto servito, di solito, nei ristoranti indiani. Nel grande tempio il colpo d’occhio era straordinario: un tripudio di colori e di forme. Mi colpì la felicità degli ospiti, tutti giovani, di tante razze e nazionalità, rigidamente divisi in maschi e femmine. Un ragazzo italiano mi raccontò come avesse trovato pace, amicizia, serenità e sicurezza in quella comunità. La disciplina è severa contro il disordine sessuale, il fumo, l’alcool, le droghe e tutte le eccitazioni violente che portano la gioventù alla deriva. «Resta con noi» - mi disse una ragazza dolcissima al momento della partenza. Read more →