Nel tentativo di comprendere i meccanismi dell'invecchiamento sono state formulate più di 300 teorie, ma con nessuna ricerca si è riusciti ad individuarne una singola causa. Pertanto si pensa che il fenomeno nei suoi molteplici aspetti (molecolari, cellulari, di organi e tessuti) sia il risultato di cambiamenti causati da più fattori e che le diverse ipotesi proposte possano spiegare parte di questi. Le teorie possono ricondursi a due diversi filoni di pensiero, ovvero quello secondo cui l'invecchiamento sarebbe un evento geneticamente programmato, che si manifesterebbe mediante cambiamenti del funzionamento del sistema nervoso, immunitario ed endocrino, e quello del progressivo accumulo di danni determinato dall'influenza dell'ambiente. Attualmente sembra che l'invecchiamento dipenda da una serie di cause genetiche, ambientali e stocastiche. Wikipedia
Indice dei post scelti per argomento da Madrugada blogs
- Senilità e società: demografia, diritti, politiche
- Invecchiamento, un processo vitale rifuggito
- Invecchiamento attivo per sé e per gli altri
- Lavoro di cura: operatori e caregiver familiari
- Luoghi di cura per anziani: una possibilità o una necessità?
- Morire con dignità
- Conclusioni tra fonti, speranza, antropologia e medicina
Invecchiamento
Panoramica sull’invecchiamento di Richard G. Stefanacci, Thomas Jefferson University, Jefferson College of Population Health. Pubblicato in Manuale MSD di maggio 2022. ndr. Il manuale MSD è ritenuto a livello mondiale di riferimento medico per le valutazioni sulla salute degli individui. Relativamente all'invecchiamento si compone delle seguenti sezioni: Panoramica sull’invecchiamento, Cambiamenti nell’organismo associati all’invecchiamento, Disturbi negli anziani, Influenze indirette sulla salute degli anziani, Disturbi di invecchiamento accelerato. A seguire abbiamo riportato uno stralcio...
Donne che invecchiano e discriminazioni di Nadia Rosatto. Pubblicato in Aginingproject Uniupo del 10 gennaio 2023. “Anche se invecchiamo in modi differenti e in tempi differenti, tutti ci svegliamo ogni giorno più vecchi. Invecchiare è difficile, ma per la maggioranza dei casi il passare del tempo ci porta benefici reali. Negando quei benefici e sottolineando le nostre paure, l’ageismo rende l’invecchiamento peggiore di quel che dovrebbe essere.” Queste parole sono tratte dal libro Il bello...
Le lezioni di un cronista-paziente sulla cura delle persone fragili di Marco Trabucchi. Presidente Associazione italiana di Psicogeriatria. Pubblicato in Avvenire del 21 gennaio 2023. ndr. Salvatore Mazza è deceduto Lunedì, 26 dicembre 2022. Uomo gentile e acuto, negli ultimi 5 anni ha coraggiosamente convissuto con la SLA. Documentarista, vaticanista e giornalista ha raccontato l’esperienza del vivere la malattia sulla rubrica quindicinale “Slalom” di cui era autore per Avvenire. Riportiamo un suo ricordo da parte di Marco Trabucchi non solo...
Lui, lei, la terza età: le differenze di genere nell’invecchiamento di Chiara Puricelli. Nel suo trattato “Comporre una vita”, la scrittrice Mary Catherine Bateson indica la vecchiaia non come ciò che resta di un percorso ormai concluso, ma come una nuova fase in cui il passato dà significato al presente e deve essere reinterpretato per investire nel proprio futuro. Questa interpretazione esprime bene quanto delicato possa essere...
È davvero impossibile arrestare l’invecchiamento? da Linkiesta. Il biologo Andrew Steele, in un’intervista al Guardian, spiega che anche la senilità è una malattia che può essere curata. L’avanzamento della ricerca scientifica dimostra che rallentare il processo di degenerazione delle patologie tipiche della tarda età potrebbe prolungare l’esistenza umana fino ai 150-200 anni. Ma ci sono ancora degli ostacoli. L’invecchiamento fa parte della vita. È una fase dell’esistenza a cui nessuno sfugge, da sempre...
Oltre i tabù: la sessualità nella terza età di Marco Trabucchi. Contrariamente a tante banali credenze, la maggior parte degli anziani desidera ed è in grado di coltivare una sessualità soddisfacente. Non si osserva, infatti, una perdita della capacità fisica e psichica di avere rapporti e di esprimere un sentimento d’amore. Non si è mai troppo vecchi per amare. La riduzione della sessualità, che è più marcata nel maschio, molte volte è il risultato di una malattia o...
Cronicità
Invecchiare gestendo la cronicità di Alessandro Bruni. Invecchiare non piace a nessuno, ma è evento auspicabile rispetto alla morte. Odio chi si propone di rimanere giovane a tutti i costi, lo trovo un esercizio egocentrico e narcisista, mentre mi piace l'idea di invecchiare bene. Diciamo che cerco di guardare all'invecchiamento con maggiore serenità ed accettazione delle limitazioni che comporta. Riconosco che è difficile davanti allo specchio dire “che bel vecchio che sei”, mentre è subitaneo il pensiero...
Cronicità e dintorni. Come prendersene cura, come viverla di Alessandro Bruni. Affrontiamo un tema doloroso che ci coinvolge sul piano personale e sociale perché le malattie croniche e la gestione del paziente cronico sono una realtà ineludibile nel mondo contemporaneo. Ritengo che non si possa ben comprendere la realtà del paziente cronico se non ci si addentra con spirito di sensibilità sociale nella descrizione di cosa significa oggi malattia cronica. Che...
La minima distanza per la cura responsabile della cronicità di Laura Tonon. Intervista a Viviana Ruggieri. Quali nuovi percorsi e quali nuove figure si rendono oggi necessari per una “prossimità” del servizio sociosanitario al paziente dalla diagnosi alla cura? La prossimità è per definizione la minima distanza nello spazio e nel tempo. Una definizione semplice ma che racchiude una molteplicità di significati, soprattutto se riferiti a un sistema sanitario nel quale l’efficientamento negli ultimi anni si è focalizzato maggiormente...
Ictus, un problema anche sociale: linee guida di riabilitazione di Redattore sociale. Gli italiani colpiti da ictus vanno incontro a molte difficoltà nella fase di riabilitazione che segue l’evento acuto. L’89% dei pazienti dichiara di aver riscontrato miglioramenti, sia neurologici che fisici, in seguito ai trattamenti riabilitativi. Tuttavia, il 34% considera l’esperienza insufficiente e il 17% giudica scarsa la propria qualità di vita. La metà dei malati chiede inoltre più informazioni sulle terapie...
Demenze
Il dono del tempo di Marco Cattaneo. Sono stati anni di alti e bassi – sempre meno spavaldi gli alti e sempre più cupi i bassi – quelli della demenza vascolare che si è portata via mia mamma. Anni in cui ho raccolto appunti dal suo sprofondo e dalle mie disavventure con la burocrazia. Di tanto in tanto quegli appunti diventavano racconto, condivisione, sulle pagine di quello scombinato libro collettivo che è Facebook. Era il mio modo per esorcizzare il dolore e al tempo stesso dare sollievo a chi – erano tanti – attraversava o aveva attraversato la stessa odissea. Era mancata da poche settimane, mamma,...
Gestire l'Alzheimer per non farsi trovare impreparati di Letizia Gabaglio, Valentina Guglielmo, Matteo Grittani, Donatella Zorzetto, Irma D’Aria e Anna Lisa Bonfranceschi. La malattia di Alzheimer è una malattia neurologica progressiva che provoca il restringimento del cervello (atrofia) e la morte delle cellule cerebrali. La malattia di Alzheimer è la causa più comune della demenza, un continuo declino delle capacità di pensiero, comportamentali e sociali che influisce sulla possibilità di una persona di vivere in modo indipendente. La demenza colpisce oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo. In Italia si stima colpisca oltre 1,2 milioni di persone,...
Nuovi obiettivi per l'Alzheimer di Marco Cattaneo. La strada per fare luce sulle sue cause è lunga e insidiosa, ma la ricerca va avanti senza sosta. Secondo un documento pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità all'inizio di settembre, le persone che soffrono di qualche forma di demenza, nel mondo, sono 55 milioni, con una incidenza di 10 milioni di nuovi casi ogni anno. Circa due terzi dei dei pazienti, vala a dire 35 milioni, hanno la malattia di Alzheimer. Non sorprende dunque che l'annuncio dell'approvazione, da parte della Food and Drug Administaration (FDA) ...
L’Alzheimer come metafora di Stefano Allievi. I malati di Alzheimer (che può avere forme più o meno gravi) sono persone con cui è difficile relazionarsi. Ma a parte i cambiamenti nella loro personalità, inducono cambiamenti nelle loro reti di relazione, e nella società. Mediamente hanno bisogno di quattro ore di assistenza diretta, e dieci-undici ore di sorveglianza. Producono in chi si occupa di loro frequenti e improvvise assenze dal...
Infondere speranza anziché disperazione nella demenza di Ilaria Passeggia. Per molte persone la demenza è percepita come una condizione senza speranza. È ormai diffusa la consapevolezza che si tratti di una patologia sempre più frequente, con un forte impatto sulle famiglie di chi ne è affetto e sulla società, dai costi crescenti delle cure e dal pessimismo generale che accompagna la diagnosi. Per quanto tutto ciò sia fondato, la sola trasmissione di tali informazioni può aumentare...
Riso amaro. Demenza senile, impotenza umana e robot di Davide Brullo. Mi hanno telefonato alle due di notte, il sussurro pareva una rasoiata, “la mamma…”, no, è la nonna, “beh, la nonna…”. Corro in ospedale. Di notte l’ospedale sembra un immenso mammut: fasci di luce come zanne. Secondo piano, primo corridoio a destra, stanza. La nonna ha gli occhi spiritati. Appena mi vede si alza, si strappa per l’ennesima volta le flebo, che pendono come tentacoli, voglio andare...
Scintille di luce. Tre film sulla demenza da non dimenticare da Fondazione Leonardo. Abbiamo visto diversi film e letto tante parole sul doloroso regredire di una mente ferita dalla malattia di Alzheimer o da altra forma neurodegenerativa. Abbiamo letto le parole dotte degli studiosi, abbiamo udito le frasi sconfortanti dei medici curanti e quelle, a volte disperate, di familiari impotenti di fronte a una tragedia. Non abbiamo udito mai, ovviamente, la lucida testimonianza del malato. Non sappiamo quali siano i...
Le cause della demenza e l'anosognosia come marker di Arnaldo Benini. Fino agli Anni '90 si pensava che la debolezza cognitiva e la demenza degli anziani fossero dovute alla circolazione cerebrale insufficiente in seguito all’arteriosclerosi dei vasi del cervello. Nel 1992 arrivò la teoria della cascata degli amiloidi che sembrò riuscire a fornire la spiegazione all'Alzheimer. Dopo trent'anni si è appurato l’inconsistenza di questa teoria, e si è giunti alla conclusione che la demenza degli anziani è, nella maggioranza dei casi, una sindrome di più lesioni...
Le demenze come segno sociale di Alessandro Bruni. Dopo lungo pensare ho deciso di aprire una categoria specifica di post del blog dal titolo “Demenze e società”. Apparentemente è ambito strettamente medico-scientifico in cui l'aspetto divulgativo stenta ad affermarsi a causa dello stigma sociale che queste malattie generano e a causa delle scarse conoscenze scientifiche traducibili sul piano della prevenzione e della cura. Eppure le demenze sono parte rilevante del processo di invecchiamento umano nelle...
Demenze: un colossale problema sociale di Massimo Livi Bacci. Si avvicina ai 50 milioni, nel mondo, il numero di persone che si trovano in uno stadio più o meno avanzato di demenza. Una malattia crudele per chi ne soffre e per i suoi familiari, lunga nel suo sviluppo, onerosa per le cure che richiede, progressiva e irreversibile. E queste cure sono, in parte prevalente, date dai familiari, nella maggior parte dei casi non sostenuti adeguatamente,...
Margo e le sue volontà prima di ammalarsi di Alzheimer di Massimo Sartori. Ronald Dworkin (1931-2013) è stato un influente filosofo politico e morale. Egli propose un esperimento mentale a partire dal caso Margo, la malata di Alzheimer descritta su JAMA dallo studente Andrew Firlik, che l’aveva raffigurata come “una delle persone più felici che avesse mai conosciuto”. Dworkin, nel suo esperimento, immaginò che Margo, quando ancora era sana...
Piano nazionale demenze da Redattore sociale. “Dopo oltre un anno dall’approvazione dello stanziamento dei fondi per il Piano nazionale demenze, è stata definita la modalità di ripartizione di questi fondi. Come Federazione Alzheimer Italia abbiamo già sottolineato che 15 milioni sono una cifra assolutamente insufficiente a coprire le esigenze dei malati e le loro famiglie e, per di più, è stato sprecato molto tempo prezioso prima di sapere come poterla utilizzare. La Federazione Alzheimer Italia, come membro del Tavolo permanente sulle demenze, si fa garante del fatto che questi fondi siano impiegati in progetti veramente utili ...
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