ultimo aggiornamento del 12 ottobre 2024
Indice generale
- Introduzione
- Aspetti medico-clinici
- Aspetti assistenziali domiciliari
- La gestione del malato a casa
- Storie di demenze raccontate in film
- La demenza nei post di Madrugada
- Fonti consultate e letture consigliate
Introduzione
La demenza consiste in una compromissione delle funzioni corticali superiori, caratterizzata da un deterioramento, persistente e progressivo, delle capacità intellettive, del comportamento e della personalità. Il paziente perde sempre più l'efficienza nella gestione della propria autonomia, della vita di relazione sociale e del suo ruolo lavorativo.
La demenza colpisce dal 6 al 10% della popolazione sopra i 65 anni e giunge al 20-25% dopo gli 85. Nel mondo, circa 50 milioni di persone soffrono di demenza e secondo l'Organizzazione mondiale della sanità nei prossimi trent'anni il numero potrebbe superare i 150 milioni. I ricercatori stanno indagando per trovare nuovi strumenti capaci di individuare la malattia più precocemente possibile, ma a tutt'oggi è complicato coglierne gli esiti iniziali e sviluppare metodi di diagnosi precoce attendibili.
La demenza è una malattia che ha un forte risvolto sociale determinando la presenza di malati che devono essere curati e assistiti per un lungo periodo di tempo (da 5 a 15 anni dalla diagnosi, secondo le statistiche). Non si tratta solo di provvedere a pratiche medico-cliniche, ma anche di fornire un sistema socio-sanitario di assistenza a lungo termine, o in struttura collettiva, o con intevento domiciliare, o con iniziativa familiare.
Il caregiver familiare è chi in ambito domestico assiste a titolo volontario e gratuito un proprio caro per motivi di inabilità. Alla radice del suo lavoro sta la persona e non la malattia (che è compito principale degli operatori sanitari professionali): finisce col diventare colui che vive con il malato e ne conosce le esigenze e le sfumature della personalità. Una figura di assistenza domestica che oggi ha grande rilievo nel welfare sanitario come dimostra il grande numero di persone che svolgono questo compito e i numerosi corsi di formazione proposti in molte Regioni italiane.
Ci sono quattro tipologie di persone in questo mondo:
quelli che sono stati Caregiver, quelli che attualmente sono Caregiver,
quelli che lo saranno e infine quelli che ne avranno bisogno.
Rosalynn Carter
Quando la mente si fa caos. Riflessioni introduttive
Stralcio tratto da L'età grande. Riflessioni sulla vecchiaia di Gabriella Caramore. Garzanti. 2023. pag. 101.
Sì, il vecchio dimentica. Il vecchio ricorda. Ma questa specie di gioco del ricordare e del dimenticare fa parte dell'essere entrati in una nuova dimensione del tempo, in cui si porta in superficie ciò che era rimasto sepolto, lo si ripete all'infinito perché è lì che si sono sedimentate le nostre storie; e si lasciano sprofondare invece le cose che sembrano intralciare il fluire degli istanti. Finché tutto questo non impedisce lo scorrere della quotidianità, finché non costituisce un pericolo per sé e per gli altri, l'andare e venire delle reminiscenze e dell'oblio rimane nell'ambito di quel rimescolamento di forma e memoria che costituisce anche l'avventurosa esperienza delle nostre giornate.
Accade però che, in età avanzata, le funzioni cerebrali si alterino e talvolta si deteriorino al punto da non consentire più le normali attività che regolano la vita quotidiana. Una specie di caos si insinua nella mente e ne inceppa i meccanismi. Un processo che può avvenire gradualmente: e allora la persona colpita, e i familiari che le stanno intorno, possono ancora godere di una relativa serenità, anche di momenti di affettività e di allegria. Quando il processo accelera, o degenera fino al buio totale, allora tutto si oscura, e nulla sembra più possibile.