Propositi ispiratori
Sono ormai passati sette anni dalla nascita del nostro blog. E’ tempo di rinnovare. Nel web questo significa solitamente un allargamento degli interessi che da specifici divengono più generalisti nel tentativo di cercare più lettori. E’ una strada che non vogliamo seguire poiché solitamente significa annacquare i contenuti.
La nostra è una piccola vetrina che non vuole divenire uno showroom, semmai ambirebbe offrire poche primizie ben documentate ad un pubblico che gradisce riflessioni fuori dal coro, piuttosto che post preconfezionati, tanto ricorrenti nel mainstream di molti social media di successo.
Nel passaggio al nuovo format tenteremo di mantenere il più possibile le categorie di argomenti già proposti, aggiungendo in queste nuovi post significativi sulla qualità come itinerario della mente, evitando l’effimero, la politica, il costume e la cronaca degli eventi. Sarà un blog a post “del giorno dopo” che privilegerà l’argomentare senza tempo. E’ questa una traccia che i nostri lettori ci hanno suggerito.
Propositi operativi
Questo blog vuole continuare ad essere luogo di incontro di quanti si sforzano di leggere i segni di trasformazione in atto nella nostra società, ma con una attenzione peculiare nell’esercizio della qualità in tutte le sue forme. Inevitabile che qualcuno si chieda se siamo di destra o di sinistra. Prefiggerci la qualità significa superare questi stereotipi perché quello che ci accomuna è la volontà di collaborare qualsiasi sia la provenienza con alcune condizioni irrinunciabili. La prima è la coerenza tra idee professate e azioni. Le altre si declinano in un motto comportamentale: essere politicamente moderati, eticamente radicali e satiricamente estremisti. Nostra guida sarà Newtrain Manifesto.
In un'epoca di diaspora sociale, di frammentazione, di vuoti populismi e di effimere schiume culturali, riteniamo sia necessario riconnettere fili di fiducia e cercare di “pensare assieme” nel rispetto delle diversità.
È possibile apprendere modalità cognitive e comportamentali che, se giustamente applicate, possono rendere la vita più piena e accettabile? Vogliamo una vita di qualità o una qualità di vita? La prima condizione cerca di elevare l’essere, la seconda cerca di elevare il contesto. Noi vorremmo impegnarci per la prima per esplorare gli aspetti significativi del vivere che danno valore per sé e per gli altri.
Come è noto, si discute di qualità della vita solamente nelle società avanzate, in quanto ovviamente in quelle che sono afflitte da necessità di sopravvivenza il problema della qualità socio-culturale non si pone come primario. Il desiderio di una vita qualitativamente diversa ha sempre accompagnato il genere umano e ora, che la durata media della vita è aumentata, la questione della sua qualità si pone con forza maggiore, sia in riferimento agli anni iniziali della crescita evolutiva, sia a quelli della maturità e della senilità.
Dal nostro modo di vedere le cose almeno due punti sono di massima importanza: la nozione di qualità sociale e quella di esclusione sociale. Per la qualità sociale occorre considerare che prosperità economica e soddisfazione per la vita sono spesso correlate, per cui quanto più ricca è una nazione tanto più i suoi cittadini appaiono globalmente soddisfatti e individualmente depressi. Il nostro mondo contemporaneo globale ha spazzato via il piccolo villaggio da cui ci siamo evoluti e l’ipertecnologia ci ha resi via via più soli, malgrado internet e la società dei consumi. Così:
Noi di solito camminiamo attorno a noi stessi. Non è difficile fare questo: è solo impegnativo. E’ molto difficile, invece, “camminarsi dentro”. Chi di noi è disposto a farlo fino a scoprire la propria anima? (don Antonio Mazzi, Ciò che conta davvero. Solferino, 2024).
In merito all'esclusione sociale si deve tenere presente che una società fortemente individualistica, senza un'equa ridistribuzione delle risorse, non pare destinata a incrementare una buona qualità della vita per tutti, ma solo per alcuni aumentando la sofferenza dei più per povertà economica e culturale. Così:
Ognuno di noi sa che esiste la qualità, e istintivamente sa riconoscerla, eppure fatica a definirla perché la qualità non è una cosa, ma un evento che definisce un itinerario personale della mente (Robert M. Pirsig. Sulla Qualità. Adelphi, 2024).
La qualità della vita è studiata per mezzo di indicatori sociali atti a valutare sul piano delle singole persone, la garanzia di opportunità reali di autorealizzazione individuale legati a salute, occupazione, tutela dell'ambiente, sicurezza, partecipazione alla vita collettiva. A questi in linea di massima faremo riferimento: non vogliamo dettare una formula o un decalogo, ma proporre percorsi multipli dove ognuno possa scoprire via via qualcosa di sé che valga la pena di essere ricordato ed elaborato.
In ultima analisi, seguiremo la strada dell’evoluzione del pensiero alla ricerca di comunità (ricerca di comunità di pensiero), piuttosto che di comunità alla ricerca di singoli (ricerca di singoli anonimi), sulla traccia di quanto si chiedeva R.M.Pirsig nel 1981 (Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, Adelphi):
Qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa?
Noi apparteniamo al piccolo manipolo di chi vuole conoscere il funzionamento delle cose prima di mettersi in viaggio, rispetto a coloro i quali si mettono in viaggio per conoscere le cose.
Dunque, se volete, se potete, continuate a seguirci e speriamo assieme che la ricerca della qualità ci accompagni con il suo sussurro delicato nell’agito quotidiano.