sintesi a cura di Alessandro Bruni dell’articolo pubblicato da Euronews.com del 13 luglio 2023.
Una ricerca rivela una "associazione definitiva" tra microbioma intestinale e autismo
In uno studio pubblicato su Nature Neuroscience, i ricercatori affermano di aver stabilito una "associazione definitiva" tra i cambiamenti temporali nella composizione del microbioma intestinale e i sintomi osservabili degli individui con ASD. Il microbioma intestinale è la comunità di microrganismi - batteri "buoni" e "cattivi" - che risiedono nel nostro tratto digestivo. Il potenziale legame tra autismo e microbioma è emerso per la prima volta negli anni '90, quando i genitori hanno iniziato a segnalare cambiamenti nel comportamento dei figli autistici quando questi assumevano antibiotici.
Lo studio ha rivelato una connessione tra il microbioma e vari geni immunitari, oltre a connessioni con il microbioma e la dieta, molti dei quali sono legati a percorsi neurologici e neurotrasmettitori putativi, fondamentali per la segnalazione cerebrale. C'è stata anche una sovrapposizione inaspettata tra i microbi associati all'autismo e quelli identificati in un recente studio a lungo termine sul trapianto di microbiota fecale (FMT), che ha suggerito benefici a lungo termine sui sintomi dell'autismo e sul microbiota intestinale attraverso la terapia di trasferimento del microbiota.
Il nuovo studio di valutazione dimostra una correlazione statistica tra microbioma alterato e autismo, ma la direzione della causalità non è ancora chiara.
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sintesi a cura di Alessandro Bruni dell’articolo pubblicato in Il sole24ore del 10 gennaio 2024.
Autismo e Lactobacillus reuteri
Uno studio internazionale ha dimostrato l’efficacia di uno specifico ceppo del batterio Lactobacillus reuteri, probiotico normalmente presente nel microbiota intestinale, per ridurre i sintomi psicosociali delle sindromi dello spettro autistico. L’intestino è stato definito il "secondo cervello" e al suo interno si celano possibili nuove terapie per risolvere disturbi neurologici e psichiatrici. In particolare il microbiota intestinale, ossia l’insieme di batteri, funghi, virus e altri organismi che aiutano ad assimilare cibi complessi e forniscono una barriera fondamentale per proteggerci dalle infezioni.
Questi studi hanno evidenziato un’aumentata incidenza di disturbi gastrointestinali e di profili di microbiota differenti nei bambini con autismo rispetto a bambini neurotipici.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che l’assunzione di una particolare combinazione di Lactobacillus reuteri (un prodotto contenente i ceppi ATCC-PTA-6475 e DSM-17938) migliora il funzionamento prosociale nei bambini con autismo che hanno partecipato allo studio. Il trial ha confermato che l’assunzione di terapie integrative con probiotici è un campo di ricerca molto promettente: i pazienti hanno ottenuto degli evidenti benefici nel funzionamento sociale in particolare sulle abilità sociali adattive. Alla luce di quanto emerso dal nostro studio e in linea con quanto presente in letteratura, riteniamo utili studi più ampi, che permettano di approfondire gli effetti specifici di singoli ceppi sulla sintomatologia autistica. I risultati ottenuti sono stati pubblicati sulla rivista Cell Host & Microbe.
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